Il Canada è diventato il palcoscenico di una battaglia tra i giganti della tecnologia e il governo, con l’introduzione di una nuova legge che obbliga le piattaforme online a pagare le testate giornalistiche per i contenuti condivisi: questa legge, conosciuta come Online News Act, ha scatenato una serie di reazioni da parte di Google e Meta, le società dietro i giganti digitali come Google e Facebook.
Cos’è l’Online News Act, la legge canadese che i big tech temono
Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha già preso misure drastiche in Canada, vietando ai suoi utenti di visualizzare o condividere link ad articoli di notizie. Questa mossa è stata effettuata prima ancora dell’entrata in vigore della legge, che richiede alle piattaforme di risarcire i fornitori di contenuti. La società, inoltre, ha cominciato a bloccare l’accesso ai link che contengono articoli e notizie su Facebook e Instagram.
Google ha invece adottato una strategia diversa, esortando il governo canadese a modificare la legge prima che entri in vigore. Google Canada ha affermato che questa legge mette sulla società una responsabilità finanziaria potenzialmente illimitata semplicemente per facilitare l’accesso ai siti di notizie e incanalare traffico verso gli editori. Senza accordi sugli emendamenti prima della scadenza, Google ha minacciato di bloccare l’accesso ai siti di notizie in Canada.
Il ministro del patrimonio canadese, Pascale St-Onge, è ottimista sulla possibilità di convincere Google dei vantaggi di questa legge, nonostante la “grande resistenza” dei giganti digitali. Egli ha sottolineato che Google ha partecipato e collaborato durante il processo legislativo, mentre Facebook ha già bloccato le notizie in Canada, anche prima dell’entrata in vigore della legge.
Meta: “Bloccate notizie nei social in Canada”
Questa nuova legge canadese ha l’obiettivo di proteggere le società di stampa consentendo loro di ricevere compensazioni per l’utilizzo dei loro contenuti da parte dei giganti digitali. Secondo stime di Ottawa, le organizzazioni giornalistiche potrebbero ottenere fino a 230 milioni di dollari canadesi all’anno grazie a questa legge.
Tuttavia, l’impatto di queste misure è andato oltre le dispute tra le aziende tech e il governo canadese. Meta ha reagito alla legge limitando l’accesso alle notizie sui suoi social media in Canada, provocando una risposta immediata dal governo che ha bloccato i suoi investimenti pubblicitari sulle piattaforme Meta. Questa situazione mette a rischio i cittadini canadesi, esponendoli a contenuti manipolati e fake news senza la possibilità di verificare le fonti direttamente.
La battaglia tra i giganti digitali e il governo canadese è solo l’ultimo capitolo di una serie di conflitti simili che si stanno verificando in tutto il mondo. Paesi come Australia, Nuova Zelanda ed Europa stanno cercando di introdurre regolamentazioni simili per costringere le Big Tech a pagare i contenuti delle notizie condivise sulle loro piattaforme. Mentre il dibattito sulla remunerazione dei media online continua, il mondo osserva con attenzione l’esito di questa battaglia in Canada.