Una legge provinciale già soprannominata ammazza orsi infuoca le polemiche tra provincia autonoma di Trento e gli animalisti, ma il governo non impugna, come potrebbe, l’atto, decide di non sollevare la questione di costituzionalità e, di fatto, dà il via libera alla norma che rende possibili fino a otto abbattimenti di esemplari di grandi carnivori in un anno.
Trentino, la legge ammazza orsi non viene impugnata dal governo
Il Governo guidato da Giorgia Meloni nel corso del Consiglio dei Ministri di ieri ha deciso: non impugnerà la nuova norma, già ribattezzata ammazza orsi della provincia autonoma di Trento, fortemente voluta dal suo presidente, nemico pubblico numero uno dei plantigradi dei boschi trentini, Maurizio Fugatti, formulata l’8 agosto scorso.
Dal punto di vista tecnico, la novità è l’inserimento nella legge provinciale sull’autogestione dei grandi carnivori, che dovrà essere effettuato dalla prossima giunta provinciale che verrà eletta il 22 ottobre, del rapporto tecnico dell’Ispra in cui è indicata la possibilità di abbattere fino a otto esemplari di orsi (o lupi), di cui due al massimo due femmine in età riproduttiva ogni anno.
Il silenzio del governo su questo atto, che avrebbe potuto essere impugnato davanti alla Corte Costituzionale, ha lasciato in parte sorpreso chi ricorda le prese di posizione di uno dei partiti di maggioranza, Fratelli d’Italia, particolarmente critico sulla scelta della linea dura anti orsi.
Ecco perché, la scelta di non contestare l’atto viene vissuto dal Presidente della provincia autonoma con una vittoria dopo le vicende, segnate anche da scontri in sede di tribunale, che hanno visto protagonista l’orsa JJ4 che si trova da mesi nell’area del Casteller e dell’orsa F36 che invece ha trovato la morte qualche giorno fa.
Ma a Fugatti, pur soddisfatto, il limite dettato dalla legge ammazza orsi non sembra bastare, tanto da dichiarare apertamente di ritenere quel numero, otto, non sufficiente, paventando l’idea che vorrebbe la possibilità di abbattere un numero maggiore di grandi carnivori l’anno, che dovranno essere ovviamente solo esemplari confidenti o pericolosi
Animalisti in rivolta contro la legge ammazza orsi
La nuova legge trentina sull’autonomia della gestione dei grandi carnivori, con la possibilità aperta per le autorità locali di uccidere fino a otto esemplari di orsi o lupi ogni dodici mesi, ha ovviamente mandato su tutte le furie gli animalisti.
L’Enpa in una nota ha spiegato che dal punto di vista degli animalisti, quella che si sta consumando in trentino è una vera e propria guerra aperta contro i grandi carnivori.
Gli attivisti contestano i dati in base ai quali sono state decise alcune modifiche della legge sull’autonomia della gestione dei grandi carnivori che la prossima giunta provinciale dovrà applicare, definendoli approssimativi. Secondo coloro che contestano la legge ammazza orsi, le misure in questione affondano soprattutto sul pregiudizio e sottolineano che il governo, scegliendo di non impugnare l’atto per sottoporlo al vaglio della Corte Costituzionale, rischia una procedura di infrazione a livello europeo per la violazione di quanto previsto nella direttiva Habitat, visto che la legge della provincia autonoma di Trento prevede fattispecie del tutto fuori norma come la possibilità di abbattere un plantigrado che solo tenti di avvicinarsi ad un’abitazione, anche se questa sia in realtà abbandonata. Solo un esempio, sostengono gli animalisti, dello spirito con cui sarebbe stata redatta la legge provinciale dello scorso 8 agosto.