Sulle pensioni contributive del 2024 è in arrivo una novità essenziale per l’uscita anticipata dei lavoratori a 64 anni. Dovrebbe scendere, infatti, la soglia del trattamento rispetto al minimo, vincolo che non consente ai lavoratori ricadenti in questo sistema previdenziale di poter agganciare l’uscita anticipata pur avendo maturato i requisiti di età e di contribuzione all’Inps.
Per effetto di questa modifica – che il governo guidato da Giorgia Meloni potrebbe adottare nella legge di Bilancio 2024 – i contribuenti che hanno iniziato a lavorare (e a contribuire) dopo il 31 dicembre 1995 avrebbero la possibilità di andare in pensione anticipata con tre anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Il requisito di uscita, infatti, è fissato a 64 anni di età unitamente a 20 anni di contributi.
Pensioni contributive 2024, novità in arrivo per l’uscita anticipata a 64 anni: scende la soglia del trattamento rispetto al minimo
I requisiti di uscita anticipata, rispetto alle pensioni di vecchiaia, si differenziano di tre anni (67 anni l’uscita minima di quest’ultima), ma anche per la soglia legata alla pensione sociale. Per agganciare questa opzione di pensione anticipata è necessario che l’assegno mensile calcolato con il contributivo, sia di 2,8 volte maggiore la pensione sociale, attualmente fissato a 503,27 euro. Pertanto, per pensioni inferiori a 1.436 euro al lordo non è possibile accedere a questa formula di prepensionamento.
Anche sulla pensione di vecchiaia è fissata una soglia minima che prevede assegni futuri di previdenza di almeno 1,5 volte il trattamento minimo. Conti alla mano, la soglia si raggiunge con pensioni future superiori a 754,90 euro.
Il governo potrebbe abbassare la soglia delle pensioni anticipate, portandola da 2,8 volte a 2 volte (il doppio) della pensione sociale. In tal caso, quindi, la pensione futura di chi voglia uscire dal lavoro con la pensione anticipata del sistema contributivo deve essere di almeno a 1.006,54 euro, riferito ai dati del 2023.
Pensioni contributive 2024, ecco quali sono i requisiti per andare uscire in anticipo
Quello del tetto minimo della pensione anticipata a 64 anni di età del sistema contributivo rappresenta il vincolo principale che non consente ai lavoratori di questo meccanismo di poter agganciare la formula di prepensionamento. A tal proposito, le indicazioni che arrivano dall’Inps sono di generazioni di lavoratori più giovani che non potrebbero aspirare a questa formula di pensione anticipata per i pochi contributi versati, ragione per la quale la soglia di 2,8 volte la pensione sociale non verrebbe raggiunta.
Tra le misure in arrivo, soprattutto per i giovani fino a 35 anni di età, potrebbero arrivare meccanismi che permettano di raggiugnere più agevolmente la soglia di 2,8 volte. Tra le proposte di riforma di pensione per il prossimo anno, l’Osservatorio della spesa previdenziale, organo istituito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali di Marina Elvira Calderone, potrebbe avanzare la proposta di incrementare i contributi utilizzare anche con le quote versate alle pensioni integrative. In questo modo, il mix di previdenza pubblica e privata consentirebbe ai più giovani di arrivare alla soglia minima di pensione richiesta.
Pensione integrativa in aiuto dei contributi Inps insieme al riscatto laurea super agevolato
I versamenti alla previdenza complementare entrerebbero a far parte del calderone dei contributi utili per le pensioni dei lavoratori del sistema contributivo. Un’agevolazione in più potrebbe arrivare dai vari riscatti, per i quali quello della laurea potrebbe avere un costo super agevolato. In questo modo, si attiverebbero meccanismi che consentirebbero non solo di maturare più agevolmente i requisiti per andare in pensione, ma anche di ottenere un incremento del trattamento stesso, sul quale influiscono, in negativo, periodi di mancata contribuzione, di stipendi bassi e di buchi lavorativi.