Un capitano glorioso e carismatico, che ha vissuto quasi tutta la sua carriera con la maglia del Torino tatuata addosso. Roberto Cravero è stato simbolo di forza e rinascita. Ha accettato di seguire i granata anche in cadetteria e poi li ha guidati verso una storica finale di Coppa Uefa nel 1992. Lontano dallo stadio Filadelfia ha vissuto solo due parentesi, quella che per due stagioni lo ha portato a Cesena e poi dal 1992 al 1995 alla Lazio. Difensore centrale, anzi libero per l’esattezza, è stato baluardo del reparto arretrato dei granata. Per commentare il derby della Mole, Cravero è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tag24.
Derby della Mole, Cravero a Tag24
All’Allianz Stadium tutto è pronto per Juventus-Torino. La formazione di Allegri e quella di Juric ci arrivano in maniera completamente diversa, ma entrambe da una settimana di preparazione e da uno scialbo 0 a 0 nell’ultima uscita in campionato. I granata sanno che in casa dei bianconeri non sarà semplice, ma il presidente Cairo quest’anno ha alzato l’asticella, trattenuto i giocatori importanti e inserito in rosa nomi di qualità ed esperienza. Il Toro proverà a vincere, anche se la Juve sulla carta è favorita. Per fare l’impresa servirà la partita perfetta, d’altronde il successo per i granata manca dal lontano 26 aprile 2015. Per commentare il derby della Mole, Cravero, storico capitano del Torino, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Juventus perde Vlahovic e Chiesa, due assenze importanti. Come ci arriva invece il Torino?
“Il Toro ci arriva in buona salute ed è chiaro che non avere contro né Chiesa né Vlahovic fa tutta la differenza del mondo, ma è sempre un derby e va da sé che è una partita troppo importante. Questo può essere un serio vantaggio per la squadra di Juric, non ci piove. Poi comunque essendo un derby tutte le motivazioni vengono da sé. Sono partite particolari, difficili da giocare, da interpretare e da prevedere. È la Juventus a giocare in casa, parte comunque con i favori del pronostico”.
Due attaccanti che mancano da una parte, mentre dall’altra Juric potrà contare su Zapata. Ti è piaciuto il suo impatto a Torino?
“Zapata è partito bene, si è integrato subito in questa squadra ed ha immediatamente capito l’idea di Juric. Mi sembra che stia interpretando molto bene il ruolo in base a quello che gli richiede il mister e con la Roma ha già trovato anche il gol. È comunque sempre pericoloso e può essere determinate. Parlando di fase offensiva però io non dimentico mai Sanabria. Lo scorso anno ha fatto un grandissimo campionato, è un giocatore che mi piace molto e potrebbe essere l’arma in più per domani. Poi è chiaro, è un derby e va giocato al massimo”.
Ma questo Toro può puntare alla zona europea in campionato?
“Il Toro deve puntare sempre in alto e sperare di migliorarsi anno dopo anno. Questa è una squadra che deve trovare continuità. È ovvio che ai nastri di partenza è un po’ indietro rispetto alle prime sei, non possiamo dire diversamente, però poi nel calcio tutto può succedere. Per arrivare in zona europea dovrebbe fare un campionato eccezionale. Juric ha una rosa importante, lui è un grande allenatore e alle spalle c’è una società solida e seria, però non abbiamo la sfera di cristallo. Possiamo solo guardare alla Serie A, partita dopo partita”.
Contando ovviamente sulla competenza di Juric?
“Grandissima fiducia nel tecnico, non potrebbe essere diversamente. Questa è una squadra coraggiosa, grintosa, con un’ottima preparazione tecnica. Mi spiace molto di non vedere Buongiorno in campo, perché è un giocatore che in questo momento ti avrebbe potuto dare molto. È davvero un peccato, ma non possiamo piangere sulle assenze, sia da una parte che dall’altra. Insomma perde il Toro sicuramente con questa mancanza, ma perde ancora di più la Juve senza Chiesa e Vlahovic”.