L’esecutivo starebbe ipotizzando l’estensione della Flat tax con cedolare secca anche sugli uffici e sui negozi commerciali, con aliquote al 21% e al 15%.
Non si tratta di una novità, ma una di quelle vecchie promesse che non sono mai state approvate, a causa di limitazioni e costi. Nella nuova riforma fiscale, però, potrebbe esserci un posto anche per la cedolare secca con Flat tax per negozi, uffici e attività commerciali. In base ai casi, sono previste due aliquote agevolate.
Vediamo, nel dettaglio, a chi è rivolta, come funziona e quali sono tutte le ipotesi.
Cedolare secca con Flat tax per i contratti commerciali: a chi è rivolta
Già dalla campagna elettorale è stato chiaro l’obiettivo a lungo termine dell’esecutivo: la Flat tax estesa a tutti. Un progetto fin troppo ambizioso e non facilmente attuabili, ma che, man mano, sta gettando le sue basi.
L’esecutivo, infatti, starebbe studiando un piano per allargare il meccanismo della tassa piatta anche agli immobili commerciali. Non si può escludere che la misura venga approvata, ma il nodo restano le coperture. Proprio a causa dei costi, si dovrebbero introdurre alcuni paletti che vincolano l’accesso solo alle persone fisiche.
In questo modo, beneficerebbero della cedolare secca con Flat tax solo i piccoli proprietari. Un altro paletto riguarderebbe l’applicazione della misura, destinata solo ai nuovi contratti. Quelli già esistenti sarebbero tagliati fuori, considerando anche che, molti di essi, potrebbero lo stesso rientrarvi per i rinnovi.
Abbiamo anticipato che non si tratta di una novità, quanto più di una promessa mancata che si è procrastinata nel tempo. I motivi della mancata applicazione sono molti, a partire dai costi. Il dubbio, infatti, rimane tutt’ora sulle coperture, oltre che sulla convenienza stessa della misura per lo Stato, il quale incasserebbe una fetta molto minore se la Flat tax entrasse in vigore. La cedolare secca se applicata, potrebbe portare un gettito più basso rispetto alla tassazione ordinaria.
Ricordiamo che c’era già stato un tentativo nel 2019, quando la legge finanziaria aveva previsto la possibilità di una cedolare secca al 21% per gli affitti commerciali. Ma anche in quel caso, c’erano state molte limitazioni e si parlava, così come oggi, solo di persone fisiche e di nuovi contratti.
Aliquota al 21% e al 15%
Il meccanismo della cedolare secca non è nuovo. Come sapranno tutti, esiste già per i proprietari di immobili. Come funziona? La tassazione segue gli scaglioni Irpef, ma è agevolata con una percentuale fissa al 21%.
Secondo le ipotesi in campo, abbiamo detto che si vorrebbe estendere la cedolare secca con Flat tax anche agli immobili commerciali. Così facendo, i proprietari di uffici o negozi potrebbero darli in affitto a professionisti, artigiani o commercianti pagando il 21%, anziché l’aliquota Irpef ordinaria che può arrivare anche al 43%.
Inoltre, è prevista anche una seconda aliquota fissa agevolata al 15%, per le proprietà che si trovano in Paesi con meno di 5000 abitanti.
Come funziona la cedolare secca
La cedolare secca esiste già e si tratta di un regime fiscale molto vantaggioso. Permette, infatti, l’applicazione di una tassazione con percentuale fissa al 21%. Invece, per chi ha un contratto di affitto a canone concordato, la percentuale scende al 19%.
Si tratta di un regime vantaggioso sia per i proprietari di immobili che per gli affittuari, in quanto riduce le imposte e le incorpora in un’unica tassa ad aliquota fissa.
E, se la proposta va in porto, con la nuova riforma la cedolare secca per gli uffici e per i negozi, seppur con molte limitazioni, potrebbe diventare realtà. La normativa potrebbe entrare in vigore con l’approvazione di uno dei decreti attuativi della delega fiscale.
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