Cos’è il binge eating disorder? Si tratta di disturbo legato all’alimentazione incontrollata. Il soggetto che ne soffre infatti in breve tempo tende ad abbuffarsi di cibo anche se non sente realmente lo stimolo della fame.

In molti casi queste perdite di controllo che hanno a che fare con il cibo sono legate anche a stati depressivi, disagi psicologici, disturbi da panico e di personalità.

Chi ne soffre, solitamente attua questo comportamento una volta a settimana per almeno tre mesi o 2 giorni a settimana per 6 mesi.

Cos’è il binge eating disorder: che differenza c’è con la bulimia

Questo disturbo può essere spesso confuso con la bulimia, anche se a differenza di essa chi soffre di BED non tende a compensare le abbuffate con vomito o digiuno ma piuttosto tende a vivere il momento successivo con una sensazione di sconforto o vergogna.

Il paziente che ha questo disturbo, non mettendo in pratica atteggiamenti che compensano le sue “crisi” è di fatto propenso ad assumere peso con le molte complicazioni legate alla salute che ciò comporta.

I soggetti che soffrono di più di BED sono sia maschi che femmine, in un rapporto più che bilanciato a differenza di quanto accade per altri disturbi dell’alimentazione, come l’anoressia nervosa e la bulimia in cui a essere più colpite sono le femmine.

Questo disturbo, secondo una statistica può iniziare nell’adolescenza ma anche nell’età più adulta.

Il binge eating disorder può essere classificato in:

  • Lieve: da 1 a 3 episodi a settimana;
  • Moderato: da 4 a 7 episodi a settimana;
  • Grave: da 8 a 13 episodi a settimana;
  • Estremo: 14 o più episodi a settimana;

Le cause e i sintomi

Il disturbo del binge eating è spesso causato da molti fattori. In alcuni casi può essere collegato a problemi con la famiglia, con la vita sociale, scolastica o quella lavorativa della persona interessata.

Quasi tutti i tipi di disturbi legati al comportamento alimentare infatti nascono da cause multifattoriali sia per quanto riguarda ciò che le determina sia per il loro trattamento. Per questo non è facile risalire ad una vera e propria causa scatenante.

Altrettanto numerosi sono i sintomi che la persona che soffre di BED può manifestare. Alcuni pazienti hanno un eccesso dell’impulsività rispetto agli individui sani di peso normale altri perdono il controllo dell’alimentazione che viene spesso associato ad eccesso di cibo. Tutto questo sorge in risposta a sensazioni di ansia, solitudine e stanchezza e ad una più generale difficoltà nel gestire le emozioni, anche quelle piacevoli. 

Tra gli altri sintomi che caratterizzano il binge eating possiamo trovare:

  • L’assunzione di grandi quantità di cibo in un breve lasso di tempo;
  • Le abbuffate in solitaria a causa dell’imbarazzo che si prova a stare in compagnia di altre persone;
  • Mangiare più rapidamente del normale;
  • Mangiare fino a star male;
  • La mancanza di controllo sul cibo;
  • La sensazione di disgusto verso sé stessi accompagnata da depressione o sensi di colpa.

Come si gestisce questo disturbo?

Per guarire dal binge eating disorder bisogna intervenire su più fronti. Il piano di gestione del disturbo prevede un aiuto psicologico, medico-internistico e nutrizionale, nonché un intervento sullo stile di vita del soggetto in cura.

Il trattamento di conseguenza, richiede il coinvolgimento di più figure professionali come il medico, lo psicoterapeuta e il biologo-nutrizionista in grado di aiutare chi soffre di BED.

Gli specialisti del settore suggeriscono l’approccio psicoterapeutico dialettico comportamentale anche detto DBT che rappresenta uno degli strumenti terapeutici più importanti nel trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata.

Questo particolare approccio infatti è in grado di fornire i giusti modi per permettere al soggetto di imparare a riconoscere le proprie emozioni, comunicarle ed infine trovare alternative più salutari per gestirle, senza soffocarle nel cibo.