L’Associazione nazionale magistrati (Anm) chiede chiarimenti a Matteo Salvini in merito al filmato sulla giudice di Catania Iolanda Apostolico. Oggetto della discordia è il video che ritrae Apostolico ad una manifestazione pro-immigrati, risalente al 2018.

I magistrati si chiedono come abbia fatto il ministro delle Infrastrutture a risalire a quelle immagini più di cinque anni dopo. Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ha espresso tutti i suoi dubbi sul caso.

Non so bene come spunti il video, perché non ci ha detto nessuno da chi e dove provengono quelle immagini.

Le questioni ancora aperte

Non appare chiaro, sottolinea il presidente dell’Anm, se il video proviene dalla televisione o se “appartiene alle forze di polizia, come sembrerebbe dal modo in cui sono state effettuate le riprese, alle spalle delle forze dell’ordine che contengono il corteo”.

Il sospetto di Santalucia che il filmato venga diffuso soltanto ora “perché non siano graditi alcuni provvedimenti del giudice” risulta dunque “più che fondato”.

Ammesso che sia inopportuno riferendosi alla partecipazione della giudice Apostolico alla manifestazione del video – non sono io a doverlo valutare ma i tribunali – cosa toglie alla gravità di quello che sta accadendo?

Il presidente dell’Anm sul filmato diffuso da Salvini sul giudice di Catania: “Sono preoccupato”

La tendenza a giudicare “la terzietà del giudice”, spiega il presidente dell’Anm, “va valutata dentro il processo”. Invece la Lega sposta l’attenzione “dalla critica del provvedimento, che è legittima, allo screening della persona“. In questo modo si va a “vedere chi è il giudice anziché guardare quello che ha scritto“.

Sono preoccupato dalla china che si imbocca.

Nel frattempo, il Consiglio superiore della magistratura appare diviso sulla vicenda. Da un lato la fazione del consigliere Roberto Fontana, tra i promotori della pratica a tutela di Apostolico, dall’altro quella del membro laico del Csm Enrico Aimi, di Forza Italia.

Fontana, dal canto suo, sottolinea che “spostare l’attenzione sulla vita del magistrato” è un modo “per eludere il confronto sul merito del provvedimento”. Aimi, che dovrà esprimersi in prima persona su questa pratica, insiste sul concetto dell’imparzialità dei giudici.