Il 22 ottobre 2023, l’Argentina aprirà le sue porte elettorali per un appuntamento cruciale: selezionare il prossimo presidente, rinnovare parte del suo Congresso nazionale e decidere il destino di un paese attanagliato da una escalation inflazionistica che ha superato il 120%. Le elezioni in Argentina del 22 ottobre 2023 rappresentano quindi un appuntamento decisamente importante nel panorama politico mondiale.
Elezioni Argentina 22 ottobre 2023: come funziona la legge elettorale
La legge elettorale argentina ha alcune peculiarità: per vincere la carica di presidente al primo turno, un candidato deve conquistare almeno il 45% dei voti o il 40% con un margine di 10 punti percentuali sul secondo candidato. Se non si raggiungono questi numeri, un ballottaggio sarà inevitabile.
Elezioni Argentina 22 ottobre 2023: i candidati in lizza
Un dettaglio unico del panorama elettorale argentino è la sua inclusività: i cittadini possono votare dal compimento dei 16 anni, e tra 18 e 70 anni è obbligatorio votare. In campo per la carica presidenziale, cinque personaggi emergono: l’ultraliberista Javier Milei, l’attuale ministro dell’Economia Sergio Massa, la figura di centrodestra Patricia Bullrich e altri due candidati che rappresentano diverse sfaccettature del panorama politico argentino, ovvero Myriam Bregman (Fronte di Sinistra), e Juan Schiaretti (Facciamo il Paese). Andiamo a sintetizzare nel dettaglio gli elementi chiave che caratterizzano ciascun candidato, pronto a sostituire il presidente uscente, Alberto Fernandez.
- Myriam Bregman: rappresentante del Fronte di Sinistra, avvocato, ha combattuto spesso per la giustizia sociale, i diritti dei lavoratori e delle donne.
- Patricia Bullrich: figura chiave di Insieme per il Cambiamento, appartenente al centrodestra e con un passato politico importante, avendo già ricoperto cariche ministeriali per ben tre volte.
- Sergio Massa: rappresentate dell’Unione per la Patria, un partito di centrosinistra. Massa è l’attuale ministro dell’Economia.
- Javier Milei: economista leader de La Libertà Avanza, noto per le sue visioni conservative e liberali. La sua figura è spesso associata a quella di Donald Trump, tant’è che si è guadagnato anche il soprannome “Trump d’Argentina”.
- Juan Schiaretti: a capo di Facciamo il Paese, proveniente dal centro dello spettro politico, ma veterano della politica, con un passato sia nella destra sia nel peronismo. Attualmente, guida la provincia di Cordoba e viene comunemente chiamato “El Gringo”.
I temi centrali
L’inflazione è diventata un argomento centrale nelle discussioni. L’entità di questo problema è chiara, con l’Argentina che ha assistito a un aumento mensile costante dei prezzi, raggiungendo un incremento record del 12,4% ad agosto. I dati del prossimo mese, previsti poco prima delle elezioni, potrebbero ulteriormente intensificare il dibattito.
Con un tasso di povertà considerevole e l’inflazione che domina le discussioni, i candidati presidenziali non hanno esitato a delineare le loro posizioni durante il primo dibattito televisivo. Milei, l’economista outsider, si è distinto per le sue visioni ultraliberali e la sua proposta di dollarizzazione. Patricia Bullrich, rappresentante della destra tradizionale, ha posto l’accento sulla sicurezza e la stabilizzazione economica. Sergio Massa, pur essendo criticato per la crescente inflazione durante il suo mandato come ministro dell’Economia, è visto da molti come una figura chiave per la continuità del potere del partito attualmente al governo.
L’Argentina, essendo indebitata per 45 miliardi di dollari con il Fondo Monetario Internazionale, ha attirato l’attenzione dell’organismo. Preoccupati per le proposte di alcuni candidati, in particolare il piano di dollarizzazione di Milei, l’FMI ha sottolineato la necessità di politiche macroeconomiche solide per garantire una crescita sostenibile.
Il dibattito tra i candidati del 1° ottobre ha visto confrontarsi tutte le figure chiave. Javier Milei, noto per le sue opinioni forti, ha sorpreso molti cercando di presentarsi come una figura più moderata, anche se alcuni suoi interventi più “trumpisti” hanno sollevato polemiche. Sergio Massa, da parte sua, ha cercato di bilanciare le critiche sulla sua gestione economica presentando nuove proposte. Patricia Bullrich, pur essendo sotto pressione, non ha brillato come molti si aspettavano.
L’ultimo dibattito prima delle elezioni si terrà l’8 ottobre a Buenos Aires, promettendo ulteriori sviluppi in una campagna elettorale già carica di tensioni e sorprese.
Proiezioni e sondaggi
Le ultime indagini condotte sembrano indicare una potenziale situazione di ballottaggio. I principali protagonisti di questo possibile scenario sono Javier Milei, Sergio Massa e Patricia Bullrich. Milei ha riscosso un notevole supporto, ma potrebbe non raggiungere una percentuale sufficiente per una vittoria netta nel primo turno.
Il peronismo kirchnerista, un movimento di grande rilievo in Argentina, ha subito un colpo duro, perdendo una porzione significativa del suo sostegno. Tuttavia, rimane rilevante, specialmente nella provincia di Buenos Aires.
I sondaggi di settembre mostrano una competizione serrata tra Milei e Massa, mentre il sostegno a Bullrich sembra fluttuare. Una cosa è chiara: il raggiungimento della soglia del 40% con un vantaggio di dieci punti percentuali sul secondo classificato sembra un traguardo difficile da raggiungere per qualsiasi candidato.