Il Comitato norvegese per il Nobel ha attribuito il Premio Nobel per la Pace del 2023 all’attivista iraniana Narges Mohammadi per il suo coraggio nella lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per il suo impegno nella promozione dei diritti umani e della libertà per tutti. Narges Mohammadi è una figura di spicco nel movimento per i diritti delle donne e dei diritti umani in Iran. Ha partecipato a diverse proteste, tra cui quelle scaturite dalla tragica morte di Mahsa Amini, avvenuta lo scorso anno. Tuttavia, al momento, si trova detenuta nelle carceri iraniane.
Narges Mohammadi, chi è? Età e origini
Nata il 21 aprile 1972 a Zanjan, Narges Mohammadi ha dedicato la sua vita alla lotta contro la teocrazia islamica in Iran, senza alcuna esitazione. La sua determinazione può essere paragonata a quella di un funambolo che cammina su un filo sospeso, senza alcuna rete di sicurezza in caso di caduta. A pochi giorni dal compimento dei cinquant’anni, ha registrato un toccante messaggio video indirizzato a tutti gli attivisti e difensori dei diritti umani.
Biografia e arresto
Questo messaggio è stato registrato il 12 aprile 2022, quando si stava preparando a ritornare in prigione per scontare una condanna di otto anni per presunti reati contro la sicurezza nazionale iraniana. Nonostante la prigionia, l’isolamento, le torture e le malattie abbiano segnato la sua vita, nel video mostra una straordinaria forza interiore. Appare risoluta e apparentemente serena, nonostante le avversità che affronta. Nel messaggio, ha dichiarato: “Cari difensori dei diritti umani, sono molto felice di condividere questo videomessaggio con voi oggi, in occasione del mio cinquantesimo compleanno. Oggi, alle 17, mi dirigerò verso il carcere, come tante altre volte, ma sono piena di speranza e libera da qualsiasi preoccupazione o frustrazione.”
La vita di Narges Mohammadi è stata segnata da 12 arresti e una condanna complessiva di 30 anni di prigione, oltre a molte frustate. Sin dai tempi in cui frequentava l’università, è stata un’attivista, fondata del gruppo “Studenti illuminati”. Ricorda la sua ultima campagna, che ha avviato dopo essere stata rilasciata per motivi di salute, contro la pratica dell’isolamento nelle carceri iraniane. Ha affermato: “Prima del mio arresto lo scorso novembre, abbiamo avviato una campagna chiamata White Torture contro l’uso dell’isolamento nelle carceri iraniane. Crediamo che questa pratica debba essere fermata perché rappresenta una grave violazione dei diritti umani. Quattro mesi fa sono stata tenuta per più di due mesi in isolamento nel reparto 209 della prigione di Evin.”
Nel 2009, Narges Mohammadi è diventata vicepresidente del DHRC, il Centro Difensori dei Diritti Umani (fondato dalla premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi), dove ha difeso i prigionieri politici e di coscienza durante i processi giudiziari. Nonostante le numerose sfide, continua a lottare per i diritti umani e a sollevare la sua voce contro l’oppressione, le condanne a morte e la brutalità del regime iraniano. La sua determinazione è straordinaria e continua a essere una delle voci più coraggiose nella lotta per i diritti umani in Iran.