«Chi ha fatto i tagli alla sanità sono i governi precedenti»: con queste parole il senatore Ignazio Zullo respinge le accuse avanzate dalle opposizioni negli scorsi giorni. Il riferimento, in particolare, è al Pd di Elly Schlein deciso sul muovere battaglia sul tema della sanità al governo e alla premier Meloni, accusata di «prendere in giro le persone» non mettendo impegno sul reperimento dei fondi necessari a salvare il Sistema sanitario nazionale.
Il tema dei tagli alla sanità è, però, più complesso. Le responsabilità della drastica riduzione dei fondi a disposizione del Sistema sanitario nazionale sono a dire il vero condivise da praticamente tutta la politica, anche e soprattutto sinistra. Secondo le rilevazioni della Fondazione Gimbe, infatti, sono 37 i miliardi di euro tagliati dal 2010 al 2020 dai governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte alla sanità italiana.
Zullo (FdI): “Il diritto alla salute non lo ha smontato il governo Meloni, ma il Pd con i tagli alla sanità negli ultimi dieci anni”
Ed è proprio la Fondazione Gimbe ad aver rilanciato l’allarme sul rischio di ulteriori tagli alla sanità nella prossima manovra di bilancio. Come spiegato dal presidente Nino Cartabellotta, infatti, secondo i dati raccolti dalla fondazione l’aumento della spesa sanitaria prevista dal Governo non basterà a coprire l’aumento dei prezzi e, pertanto, non sarà incisiva nel risollevare il SSN.
A offrire una visione diversa, invece, è il senatore Ignazio Zullo – capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Sanità al Senato – che difende l’operato del governo Meloni e, soprattutto, respinge al mittente – ricordando le responsabilità della sinistra – le accuse sui tagli alla sanità.
Senatore Zullo, Elly Schlein chiede 20 miliardi di euro per rimettere in piedi la sanità e accusa il governo Meloni di smontare il diritto alla salute. Cosa ne pensa?
«Il diritto alla salute noi lo abbiamo trovato già smontato dal lavoro del Pd in questi 10 anni. Il Fondo sanitario nazionale è stato definanziato da chi ha governato prima di noi. Oggi noi stiamo lavorando per rimettere in piedi il Ssn, tant’è che nella Nadef è previsto un aumento della quota del Fondo di circa quattro miliardi, come richiesto dal ministro Schillaci.
Mi sembra evidente, pertanto, che queste polemiche sono strumentali, ancor più perché fatte da chi ha governato una vita. Il punto poi non sono solo i fondi, ma la capacità di affrontare vere emergenze come l’invecchiamento della popolazione, le malattie croniche degenerative e tutta la patologia oncologica. Su questi temi credo il nostro Governo abbia fatto molto, come con la sottoscrizione del contratto dell’area medica».
Sempre in tema sanità, quali altri risultati rivendica per il Governo?
«Abbiamo affrontato il tema importantissimo dell’antibiotico resistenza, quello della sicurezza alimentare che ha importanti riflessi sulla salute e quello dei piani oncologici. Sul tema del personale ci siamo occupati dei contratti dei medici, cercando di fermare la crisi dei Pronti soccorsi.
Certamente su questi aspetti non c’è la possibilità di risolvere dall’oggi al domani, anche perché la programmazione del fabbisogno di operatori sanitari è stata fatta, in modo sbagliato, negli anni precedenti. Se oggi ci ritroviamo senza medici e senza infermieri è grazie a chi ci ha governato prima, lasciando un’eredità pesantissima di cui ci stiamo facendo carico».
Nella Nadef sono stati individuati, come lei ricordava, circa quattro miliardi. Nella manovra di bilancio c’è la speranza di inserire ulteriori risorse a supporto della sanità?
«In questo momento si sta discutendo la Nadef: poi andremo alla Legge di bilancio e si vedrà, tenendo conto dell’eredità pesante che abbiamo come il buco di 140 miliardi determinato dal Superbonus. Il Presidente Meloni, il ministro Schillaci e il ministro Giorgetti stanno dimostrando tutta la loro capacità di Governo facendo quadrare in conti in questa situazione contingente»
Zullo (FdI): “Invito Elly Schlein a venire a vedere come il governatore Emiliano spende le risorse per la sanità in Puglia”
Quanti anni servirebbero, nella sua opinione, per ridare forza al Sistema sanitario nazionale?
«Molti dipende dalle situazioni contingenti. Noi ci siamo trovati con la guerra in Ucraina e con il caro bollette che nella scorsa manovra finanziaria ha assorbito gran parte delle risorse. Ci siamo trovati con la tragedia di Ischia, con quella delle Marche e dell’Emilia Romagna, con la siccità nelle regioni del Nord.
Se non ci fossimo trovati in tutte queste situazioni è evidente che avremmo avuto maggiori possibilità di manovra. Ciò che vorrei sottolineare è però un punto importante, che riguarda la stabilità della nostra nazione e la credibilità del nostro sistema. Se riusciamo a tenere lo spread basso è grazie al lavoro di Giorgia Meloni e al suo impegno a livello internazionale.
Per questo dico: se la Schlein vuole parlare, allora che venga nella mia regione, la Puglia. La invito a venire per vedere, con i suoi occhi, come il suo governatore Emiliano utilizza le risorse della sanità.
Perché è stato fatto un Ospedale in Fiera spendendo 25 milioni di euro? Per quale motivo è stata costruita una fabbrica di mascherine con 8 milioni di euro? Perché è stato pagato a 10mila euro al mese il commissario di un’azienda ospedaliera che non esisteva?
Lo dico io perché: perché questa persona minacciava di candidarsi a Taranto in contrapposizione all’attuale sindaco. Allora Emiliano, pur di eliminare questo dualismo, lo ha nominato commissario di un’azienda ospedaliera inesistente, 10mila euro al mese per 18 mesi.
Ribadisco: la Schlein venga a vedere, così si renderà conto di come vengono spesi i soldi dal suo governatore».
Il centrodestra è accusato di investire maggiormente sulle strutture private e convenzionate che sulla sanità pubblica. È così?
«Anche questa è una sciocchezza, non è questione di investimento su uno o sugli altri ma di come è strutturato il nostro servizio sanitario nazionale. Vorrei ricordare che la strutturazione del pubblico e del privato accreditato deriva da un decreto legislativo che porta il nome del ministro Bindi, non certo un politico di centrodestra.
La Schlein dovrebbe ricordarle queste cose. Anche perché in un anno noi abbiamo messo a riparo tutti i danni, le storture, le disorganizzazioni e le inefficienze che abbiamo ereditato. Certamente è un lavoro da proseguire, ma abbiamo un orizzonte di cinque anni e credo, vedendo la fiducia degli italiani, che ci saranno ulteriori 5 anni per lavorare.
Il Servizio sanitario nazionale è in sofferenza non da oggi, ma da anni. Se parliamo di tagli alla sanità i numeri parlano ancor più chiaro. Poi se qualcuno vuole lanciare slogan, vabbè, che lo faccia, ma così per il Paese non si fa nulla».
Zullo: “Il tema delle liste di attesa non si risolve solo con i soldi: servono più risorse umane”
Se dovesse indicare una priorità, quale sarebbe? Le liste di attesa?
«Risolvere il tema dei tempi delle liste di attesa non è solo una questione di soldi, ma anche di risorse umane. Se mancano i medici e gli infermieri tu puoi avere tutti i soldi che vuoi, ma non riesci a fare niente. Come dicevo prima, tuttavia, la programmazione del fabbisogno di personale è stata totalmente sbagliata negli scorsi anni.
Noi ci stiamo facendo carico del problema delle liste di attesa anche perché nella sanità il tema fondamentale è la diagnosi precoce. Se si arriva in tempo alla diagnosi è possibile intervenire prima, con benefici in termini di salute e di costi sanitari e sociali.
La direzione che abbiamo intrapreso è evidente: stiamo riformando i vari sistemi, portando avanti anche il tema dell’assistenza agli anziani. La nostra società sta invecchiando e questo pesa sui nostri bilanci. Stiamo lavorando in varie direzioni, dal piano oncologico a quello per le malattie cronache, dall’aumento delle borse per i medici e per gli specializzandi fino al numero chiuso ai corsi di medicina.
Sono tutti tempi importanti che porteremo a soluzione, nel tempo, dato che la bacchetta magica non esiste».