I delfini militari da guerra, utilizzati in missioni subacquee a scopi bellici, hanno la grande capacità di identificare gli oggetti che si trovano sott’acqua. Con precisione, e grazie all’ecolocazione, emettono suoni che rimbalzano sugli oggetti che li circondano, così sono in grado di captare l’eco di ritorno riuscendo a creare un’immagine acustica dell’ambiente che li circondano. Uno dei principali ruoli dei delfini è quello di identificare i soldati nemici sott’acqua, appiccicando sulla schiena dell’intruso un marker come un segnalatore acustico, permettendo così all’esercito di monitorare i suoi movimenti.

I delfini militari da guerra: in cosa consiste l’esplorazione sott’acqua?

Un altro compito dei delfini è quello della ricerca delle mine navali, essi infatti possono andare in esplorazione sott’acqua, equipaggiati talvolta da una telecamera controllata da remoto, e una volta riconosciuta una mina la segnalano attraverso un localizzatore. Si dice esistano anche dei casi in cui i delfini hanno un ruolo di offensiva vero e proprio, addestrati appositamente per uccidere i nemici, ad esempio, con il trasporto di cosiddette mine padella magnetiche che una volta vicine all’obiettivo, come una nave, si attaccano alla superficie.

L’addestramento dei delfini militari

Non esistono molte informazioni a riguardo a causa della segretezza di Stato, ma ci sono presumibilmente due vie percorribili: la prima che prevede che vengano date delle ricompense, di diverso genere, ai delfini in seguito all’esito positivo di una missione o di un compito, e la seconda basata sull’ansia e sulla paura. Per quanto riguarda i Paesi coinvolti nell’utilizzo di queste pratiche troviamo la Russia, con programmi attivi nell’Artico e nel Mar Nero a scopi difensivi, e gli Stati Uniti, con il progetto “Navy Marine Mammal Program”.