Guard rail, come funziona e a cosa serve? Ecco tutte le curiosità e tutto quello che c’è da sapere sulla barriera di protezione orizzontale che vediamo a bordo strada. Lo scopo principale, come è noto a tutti, è quello di proteggere i veicoli in transito in caso di uscita dalla carreggiata. Come dimostra la tragedia di Mestre però non sempre succede.

Guard rail: come funziona

Il guard rail viene utilizzato sulle strade italiane e nel resto del mondo ai lati delle strade. Il caso di Mestre ha riportato i riflettori sul nodo della sicurezza di questa particolare barriera. Purtroppo però, nel nostro Paese, non è la prima volta che si ritorna sul tema, alla luce disastrosi avvenimenti.

Prima di quest’ultima tragedia che si è verificata (e che ha comportato la morte di 21 persone), il 28 luglio 2013 un pullman, anche a causa della mancata resistenza della struttura, era precipitato da un viadotto lungo la A16 nei pressi di Monteforte Irpino, località in provincia di Avellino. Le vittime erano state 40.

Così, oggi in molti tornano in mente una serie di domande a proposito del guard rail: come funziona questa barriera? Essa ha il compito principale di contenere i veicoli in caso di sbandamento ed evitare che questi finiscano fuori strada o fuori dalla carreggiata.

Ma non solo. Svolgono anche la funzione di assorbire parte dell’energia di queste stesse vetture, cercando di limitare al minimo le conseguenze di un possibile impatto.

Tipologie di guard rail

Ai nostri occhi, i guard rail sembrano praticamente tutti uguali. Noi quando guidiamo li vediamo con la coda dell’occhio sulle nostre strade e non ci facciamo mai troppo caso. In realtà però ogni struttura è diversa dall’altra.

E, come abbiamo appena spiegato, si tratta di uno strumento efficace di contenimento e di protezione. O almeno così dovrebbe essere. La recente tragedia che ha colpito Mestre e che ha visto la morte di 21 passeggeri a bordo di un autobus ha fatto ritornare nella mente di tutti noi alcuni dubbi e alcune domande a proposito di queste barriere protettive.

Il guard rail può essere costruito con diversi materiali. Quello più utilizzato è sicuramente l’acciaio. A volte però entrano in scena anche il calcestruzzo o il legno, ma sempre con l’anima in acciaio.

Esso viene installato lungo diverse tipologie di strada in Italia e all’estero. Vediamo queste strutture non solo in autostrade e sulle provinciali, ma anche in tratti urbani dove potrebbe esserci un pericolo imminente, che richiede dunque l’esigenza di protezione per i veicoli.

Il modello più utilizzato che vediamo nel nostro Paese è quello “a doppia onda”. A seguire che invece quello a “terza onda”. Ogni volta sono degli esperti e dei professionisti del settore a decidere quale tipologia di guard rail è più adatta ad una determinata strada.

Guard rail resistenza

Ci sono poi 4 classi di guard rail. Esse dipendono dalla capacità di contenimento della struttura. Vi è un apposito indice, chiamato Indice di Severità dell’Accelerazione, il quale misura la gravità di un probabile impatto di una vettura.

Le classi sono:

  1. Z (Bassa): è pensato per le zone con traffico lento e a rischio di impatto molto basso
  2. N (Normale): per le aree con traffico lento o moderato
  3. H (Alta): è il tipo di guard rail pensato per sopportare l’impatto di veicoli pesanti come autobus e camion
  4. A (Molto alta): è per le aree ad alto rischio come ponti e gallerie

Chiaramente ognuna di queste strutture protettive, prima di essere ufficialmente installata sulle strade, deve assolutamente rispettare delle regole e degli standard di sicurezza molto precisi e dettagliati. Inoltre è obbligatorio il superamento di tanti e diversi crash test per misurare le prestazioni.

A questo proposito vi diciamo che il guard rail viene sottoposto a tantissime prove d’urto, durante le quali vengono simulati gli impatti delle vetture. Si parte da quelle più piccole, fino ai camion da 30 tonnellate.

Per quanto riguarda le automobili, si testa in particolar modo la capacità di assorbimento dell’urto. Per quanto riguarda invece camion e pullman, ci si concentra principalmente sulla capacità di contenimento e di reindirizzamento.

È chiaro dunque che nel primo caso si cerca di garantire una determinata resistenza per frenare l’automobile e per ridurre al minimo le conseguenze per i passeggeri a bordo di essa. Nel secondo caso si cerca anche di indirizzare il mezzo pesante in una direzione più sicura.

Cosa dice la normativa italiana?

La legge che riguarda il guard rail in Italia, così come in tanti altri Paesi dell’Europa e del mondo, ha come obiettivo principale quello di contenere i vari veicoli e di minimizzare i rischi e le conseguenze in caso di urto per gli occupanti.

Le norme in merito sono molto specifiche. Tali strutture di sicurezza devono essere controllate di continuo e tenute sempre monitorate. Il loro corretto mantenimento è una prerogativa assoluta, proprio per evitare possibili tragedie come quella che si è verificata a Mestre (a proposito della quale comunque si sta ancora indagando per capire le cause).

Ci sono in particolare i due decreti ministeriali, uno del 1992 e l’altro del 2004, con i quali era stata regolata l’installazione di tali barriere. Nel 2011 invece l’Unione europea aveva armonizzato i vari parametri da rispettare per quanto riguarda non solo la resistenza e la durata, ma anche l’estetica e la compatibilità ambientale.