Il settore delle criptovalute è estremamente dinamico. Ogni anno vedono la luce svariate decine di progetti tesi a ripercorrere, per quanto possibile, il successo di Bitcoin. Naturalmente, soltanto quelli che hanno basi in grado di favorire una crescita sono in grado di reggere all’impatto con un mercato estremamente variegato.

Le startup, quindi, sono chiamate a fare i conti con un settore che vede già la presenza di già migliaia di progetti, più o meno famosi. La concorrenza è di conseguenza enorme e per cercare di farsi notare devono mettere in campo strategie promozionali in grado di colpire il grande pubblico.

Tra quelle che hanno visto una larga diffusione nel corso degli anni c’è il cosiddetto airdrop crypto. Andiamo a vedere da vicino di cosa si tratti e il motivo che spinge le nuove aziende tecnologiche a farvi largo ricorso.

Airdrop crypto: di cosa si tratta?

Per airdrop crypto si intende il trasferimento di criptovaluta verso un certo numero di wallet da parte di una blockchain in fase di lancio. Il motivo di fondo di questa particolare modalità di marketing è molto semplice e intuitivo: far conoscere il token confidando nel gradimento da parte degli utenti.

I token in questione, vengono in pratica regalati, offerti gratuitamente agli interessati. Il trasferimento può essere senza condizioni, oppure prevedere il soddisfacimento di determinate condizioni, spesso sotto forma di azioni ben precise. Azioni molto semplici, che possono andare a vantaggio di chi le richiede.

Questa operazione promozionale è diventata estremamente popolare nel corso del boom delle ICO (Initial Coin Offering) del 2017. Se il numero di airdrop è diminuito gradualmente con il trascorrere del tempo, ancora oggi sono messi in campo da alcune startup intenzionate a farsi conoscere sul mercato.

Gli airdrop sono effettivamente efficaci?

Come abbiamo ricordato, gli airdrop sono messi in campo dalle nuove aziende del settore crypto per riuscire a farsi immediatamente conoscere senza dover spendere troppo in iniziative promozionali. Naturalmente, resta da capire se si tratti di iniziative realmente proficue o meno.

La maggioranza degli osservatori sembra concordare sull’effettiva vantaggiosità degli airdrop crypto. A renderli tali è il fatto che grazie ad essi è possibile radunare in poco tempo una folta comunità di adepti, i quali cercheranno dal canto loro di convincere altre persone della bontà del progetto.

Occorre però stare molto attenti nell’accostarsi a queste iniziative e saperle interpretare nel modo giusto. Se, infatti, molti wallet detengono i token in questione, ma le transazioni che li vedono impegnate sono numericamente irrilevanti, è molto probabile trattarsi di una truffa.

Quanti tipi di airdrop crypto esistono?

Gli airdrop non sono tutti uguali. Anzi, vengono suddivisi in categorie, a seconda del loro funzionamento. Tra di esse occorre ricordare:

  • Bounty airdrop, quello in cui si chiede agli utenti di effettuare determinate operazioni per riscuotere quanto promesso. Le operazioni in questione possono essere la condivisione del progetto sui social o la creazione di un post da condividere con amici da taggare. Naturalmente occorre dare la prova di aver portato a termine quanto richiesto, per ricevere il numero di token in oggetto;
  • Exclusive airdrop, il quale prevede il rilascio di token soltanto a favore di utenti già legati al progetto, magari per essere stati i primi ad abbracciarlo. Un caso tipico in tal senso è quello del DEX Uniswap, che nel settembre del 2020 ha donato 400 token UNI a coloro che avevano iniziato ad interagire con il protocollo prima di una determinata data;
  • Holder airdrop, nel quale l’azienda interessata decide di donare token a chi ne detenga già un certo quantitativo sul proprio wallet. A volte, però, i destinatari di questa donazione sono coloro che detengono asset virtuali molto diffusi, ad esempio Bitcoin o Ethereum. Trattandosi di comunità molto numerose possono rivelarsi prodighe di nuovi utenti per il progetto interessato.