È partita da Catania e poi è proseguita in tante altre città italiane, sparse da Nord a Sud del Paese, la grande operazione di oggi, venerdì 6 ottobre 2023, che ha visto coinvolti due uomini presumibilmente legati alla mafia: si è verificato un maxi sequestro da 98 milioni di euro. Per questa attività sono stati coinvolti oltre 50 uomini della Guardia di finanza. Ma vediamo le cose nel dettaglio, scopriamo che cosa è successo e che cosa sappiamo sui due imprenditori al centro di questa vicenda.

Mafia, maxi sequestro da 98 milioni di euro oggi: che cos’è successo

Nelle prime ore della mattinata di oggi, venerdì 6 ottobre 2023, decine e decine di agenti del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania (e non solo) hanno iniziato a compiere tante e diverse operazioni da Nord a Sud Italia. Le attività dei professionisti sono iniziate all’alba e sono andate avanti per diverse ore.

Gli agenti hanno eseguito in diverse province della Sicilia, in Lazio, in Lombardia e in Veneto sequestri patrimoniali, per un totale di 98 milioni di euro. Gli uomini hanno visto il supporto dei colleghi finanzieri del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Scico) e la collaborazione dei Comandi Provinciali di Mantova, Milano, Monza, Roma e Verona.

Per compiere queste attività è stato necessario l’aiuto di tanti e diversi professionisti del settore. C’è stato un’importante dispiegamento di forze. Il provvedimento di sequestri patrimoniali per ben 98 milioni di euro in materia antimafia è stato emesso dai membri della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale etneo su richiesta della Procura della Repubblica di Catania. Andando più nello specifico, la richiesta è arrivata da parte dei professionisti della Direzione Distrettuale Antimafia.

I beni sequestrati a due imprenditori

Come abbiamo anticipato all’inizio, protagonisti di questa vicenda sono stati due uomini. Due imprenditori catanesi, per la precisione. I membri della Guardia di finanza, dalle prime ore dell’alba di oggi, hanno eseguito, sotto particolari indicazioni, un sequestro di beni per 98 milioni di euro, i quali risulterebbero essere apparentemente appartenenti a questi due soggetti.

Stando a quanto si apprende per il momento, si tratterebbe di beni di valore che andrebbero da immobili, a vetture di lusso fino a gioielli di un certo livello. Su questo punto comunque, ad ora, stanno circolando indiscrezioni e notizie non ancora certe.

In ogni caso, tutti questi sembrano appartenere, nello specifico, ai due imprenditori siciliani. Questi ultimi sono finiti oggi, venerdì 6 ottobre 2023, nel “mirino” dei finanzieri.

Mafia, maxi sequestro da 98 milioni cosa sappiamo sui due uomini

A questo punto la domanda che sorge spontanea è una sola: ma chi sono questi due uomini al centro della vicenda? Sebbene, per ora, le notizie a proposito di tali imprenditori siano davvero poche e poco precise, vi possiamo comunque dire che essi sono ritenuti dagli investigatori “uomini contigui al clan Scalisi di Adrano”.

Per chi non lo conoscesse, vi diciamo che si tratta di un clan situato nella provincia di Catania, in Sicilia. Gli agenti della DDA e i membri della Guardia di finanza ritengono questo gruppo un’articolazione locale della famiglia Laudani. Una famiglia ormai bene nota alle Forze dell’ordine per attività criminali di stampo mafioso.

L’operazione del 2021

Come ricorda LiveSicilia.it, circa due anni fa, nel 2021, i membri della Guardia di finanza avevano compiuto un’operazione molto importante dal nome “Follow the money”. Con tale attività avevano documentato l’ascesa economica di due imprenditori residenti nel catanese.

Gli esperti e i professionisti del settore avevano notato che questi due uomini possedevano aziende e beni immobili sparsi per tante diverse città italiane. Le loro proprietà pare che partissero dalla Sicilia e arrivassero addirittura fino al Veneto.

A condurre l’inchiesta erano stati i pm Assunta Musella e Fabio Saponara. Essi, insieme al loro team di investigatori, avevano utilizzato lo strumento delle intercettazioni effettuate in carcere durante i colloqui con alcuni uomini ritenuti importanti boss mafiosi.

Nel tempo poi si era notato che la crescita economica di questi due soggetti era cresciuta a dismisura. Si era parlato però di una “crescita economica assolutamente ingiustificata”. In quella occasione, i finanzieri avevano sequestrato società e macchine di lusso come Porsche e Ferrari.