Un guardrail troppo basso, probabilmente vecchio, è al centro dell’inchiesta della Procura di Venezia che sta cercando di fare luce sulla tragedia di Mestre. C’è grande attesa anche per l’autopsia sul corpo dell’autista del pullman: sarà importante chiarire se è stato un malore a fargli perdere il controllo del mezzo.
Per il momento continuano a non esserci indagati in merito all’accaduto, solo un fascicolo aperto per omicidio stradale plurimo. Troppi i tasselli ancora mancanti: gli inquirenti partiranno proprio dal cercare di fare una ricostruzione che stabilisca con certezza le cause dell’incidente ripreso dalle telecamere di sorveglianza.
Le prime indagini sono legate alla scoperta di un “buco” nella barriera: un varco di servizio, ampio circa un metro e mezzo, caratteristico di tutti i manufatti stradali di qualche decennio fa. Il procuratore veneziano Bruno Cherchi ha chiesto una perizia sul guardrail per ottenere nuovi elementi, negando che la barriera fosse “marcia”.
Sul guardrail faremo tutte le attività del caso, iniziando da una consulenza tecnica, appena avremo trovato il soggetto idoneo per farla. Servono conoscenze tecniche, non giuridiche. Per ora non abbiamo acquisito dal Comune di Venezia documenti sulla rampa.
L’inchiesta sulla tragedia di Mestre: prima della perizia sul guardrail si attende l’autopsia sul corpo dell’autista
Arriveranno dall’istituto di Medicina legale dell’Università di Padova le risposte necessarie in merito all’autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, il conducente dell’autobus precipitato. Il procuratore ha però chiesto tempo, annunciando che gli esiti “non arriveranno in tempi brevi“.
Allo scopo di stringere i tempi, la Procura ha chiesto, “nei limiti del possibile”, che “tutte le perizie vengano eseguite contemporaneamente”. I periti dovranno dunque esaminare il prima possibile tutti gli elementi finiti sotto sequestro: guardrail, bus e la scatola nera del mezzo. Solo allora si potrebbe parlare delle prime iscrizioni sul registro degli indagati.
A proposito del cosiddetto “buco” sul guardrail, la cui esistenza è trapelata dai giornali, il Comune di Venezia si è difeso parlando di “affermazioni inaccettabili”. A fare chiarezza ci ha pensato l’assessore comunale ai trasporti Renato Boraso.
Il bus non è caduto perché c’era un buco di un metro e mezzo nel guardrail. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto. L’autobus è caduto 50 metri dopo il varco, continuando a strisciare sul guardrail, senza segno di frenata o contro-sterzata. Vogliamo dire che senza il buco, la barriera avrebbe tenuto un mezzo in corsa, che sbanda, di 13 tonnellate?
Il cordoglio di Papa Francesco: “Affettuosa vicinanza alle famiglie”
Anche Papa Francesco ha espresso la sua vicinanza a feriti e parenti delle vittime del drammatico incidente di Mestre. Attraverso il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, Bergoglio ha manifestato la propria vicinanza spirituale nel corso della veglia nella parrocchia del Sacro Cuore.
Da parte del Santo Padre una “affettuosa vicinanza alle famiglie di quanti sono morti così tragicamente, assicurando per essi una speciale preghiera di suffragio”
Mentre implora il conforto della fede per i congiunti, invoca dal Signore pronta guarigione per i feriti, e di cuore invia la paterna Benedizione Apostolica.
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