La prima regia di Claudio Bisio merita l’apprezzamento di Liliana Segre che si complimenta pubblicamente per il suo film che racconta una storia legata alla deportazione degli ebrei romani del 16 ottobre 1943.

La senatrice Liliana Segre a Claudio Bisio: “Ho apprezzato il tuo film”

Poche parole, ma da cui trasudano stima, apprezzamento e gratitudine: “Caro Claudio, ho molto apprezzato il tuo film” scrive la senatrice Liliana Segre a Claudio Bisio,  “perché hai saputo rendere la freschezza e l’innocenza dei bambini con un tratto talmente sensibile da offuscare la tragedia che c’è sullo sfondo. Un abbraccio Liliana”.

Un attestato di stima,che arriva letto dalla vocedi Antonella Di Castro, vicepresidente assessora alla cultura della comunità ebraica di Roma, tra gli ospiti della presentazione del film, “Quando eravamo bambini”, il primo titolo che vede l’attore milanese spostarsi dietro la macchina da presa per dirigere il racconto di una vicenda con cui riporta pubblico e spettatori a un giorno buio della recente storia d’Italia e di Roma, quel 16 ottobre del 1943 segnato dalla tragedia del rastrellamento degli ebrei romani residenti nel Ghetto e diretti ai campi di concentramento nella Germania nazista.

Bambini impavidi in viaggio nell’Italia ferita dalla guerra

Il film, come descritto dalle parole di apprezzamento della senatrice Liliana Segre è una storia di bambini, quattro ragazzini di estrazione diversa nell’Italia stremata della guerra che, però, alla loro diversità, e a quella delle loro famiglie, non badano, perché sono uniti da un indistruttibile “patto dello sputo. Il figlio del federale, l’orfanella cristiana,  il figlio del confinato e il bambino ebreo, sono amici e compagni di scorribande, solo questo conta. Finché non arriva quel 16 ottobre, il bambino ebreo viene arrestato dai tedeschi e i fedeli amici si imbarcano in un viaggio verso la Germania per andarselo a riprendere, con due adulti alle calcagna che li cercano seguendone le tracce e attraversando tutte le miserie dell’Italia ferita dal conflitto.

Quando eravamo bambini: a 80 anni dalla tragedia una storia sul rastrellamento del Ghetto di Roma

Il film che è piaciuto tanto alla senatrice Liliana Segre diretto da Claudio Bisio, uscirà nelle sale cinematografiche italiane, distribuito da Medusa, il prossimo 12 ottobre, a soli quattro giorni dall’anniversario che segna gli 80 anni di uno dei giorni più dolorosi della recente storia di Roma e dell’Italia: il 16 ottobre 1943, il giorno del rastrellamento del ghetto.

Solo venti giorni prima Kappler aveva ricattato la comunità ebraica romana, promettendo la salvezza in cambio di 50 chili d’oro. Nel giro di due giorni venne raccolto tutto l’oro necessario, ma nemmeno questo poté evitare la sciagura che di lì a pochi giorni si sarebbe abbattuta sugli ebrei romani, ormai destinati, secondo la volontà diretta dei gerarchi nazisti in Germania, alla deportazione prima e allo sterminio poi.

Ci vollero quasi nove ore agli aguzzini delle S.S. per arrestare 1259 persone innocenti e con la sola colpa di essere ebrei. Il raid iniziò all’alba, alle 5.30 della mattina le camionette tedesche erano a Portico d’Ottavia, pronte a iniziare la loro opera. Il bilancio finale della giornata, conclusasi alle due del pomeriggio era di 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine. Ci fu poi una selezione, e alcune persone appartenenti a famiglie miste vennero graziate, per gli altri ci fu un viaggio di sola andata verso Aushwitz. Di 1023 rastrellati, tornarono in 16, e tra loro una sola donna Settimia Spizzichino che, come tutti gli altri, fino all’ultimo respiro nel 2000 si adoperò per tramandare la memoria di quella tragedia.

A ricordarla ci sono oggi anche due lapidi a Portico d’Ottavia, una che ricorda che proprio lì iniziò la spietata caccia agli ebrei romani e italiani. E un’altra lapide più piccola, affissa nel gennaio 2001 che recita: “E non cominciarono neppure a vivere”, dedicata ai neonati sterminati dai nazisti. Bambini ancora più piccoli dei protagonisti della storia al centro del film che è tanto piaciuto a Liliana Segre diretto da Claudio Bisio.