Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte ha espresso parole dure in merito a Giorgia Meloni e le attuali decisioni del governo, denunciando un interesse maggiore per gli aiuti di armi all’Ucraina e meno per i cittadini italiani e le loro difficoltà.
Conte: “Il nostro Governo guerrafondaio, Giorgia Meloni ha preferito dare priorità agli aiuti di armi che aiutare gli italiani”: cosa è successo
Conte, in uscita da Montecitorio si è detto preoccupato per le recenti scelte del governo, sia per quanto concerne la produzione di armi e munizioni, sia per lo scarso interesse in merito ai tagli alle spese sanitarie, a discapito degli italiani.
Il nostro governo persegue in una strategia bellicista guerrafondaia e addirittura il ministro Tajani l’invio di aiuti militari. Non c’è piena sintonia, Crosetto appare sorpreso alla notizia, abbiamo chiesto al Ministro Crosetto di venir a riferire in Parlamento. La verità è che il nostro governo mentre le altre democrazie (pensate agli Stati Uniti) quantomeno discutono su queste questioni così centrali in Parlamento, il nostro governo fa tutto questo senza confrontarsi con i rappresentanti del popolo nella sede idonea che è il parlamento. Giorgia Meloni vuole perseguire questa strategia che non da nessun frutto. In modo un po’ ipocrito si parla di “stanchezza delle pubbliche opinioni”. La verità è che Giorgia Meloni ha deciso di dare priorità ed essere conseguente per quanto riguarda gli aiuti con le armi, e quindi la produzione di armi e munizioni. Mentre invece il programma “tagli alla spesa sanitaria” volge le spalle agli italiani, sia non solo ai lavoratori sottopagati ma anche a tutti coloro che stanno soffrendo dell’intero ceto medio per quanto riguarda “caro carburanti e caro prezzi”
Conte accusa Giorgia Meloni di affossare il salario minimo con la complicità del CNEL di Brunetta
Il leader del M5S ha accusato Giorgia Meloni di affossare il salario minimo e di aver voltato le spalle ai 4 milioni di lavoratori e lavoratrici sottopagati presenti in tutta l’Italia.
Giorgia Meloni affossa il salario minimo con la complicità del CNEL di Brunetta, voltano le spalle a quasi 4 milioni di lavoratori e lavoratrici sottopagati. Eppure noi non ci rassegniamo, domenica noi saremo in piazza con il firmaday, a raccogliere firme perché quando questa discussione parlamentare riprenderà ci sarà la voce dei cittadini a dar man forte per la realizzazione di questa riforma giusta. E visto che la presente Meloni si vuole impratichire di diritto e si diletta a leggere i provvedimenti dei giudici, le consigliamo di leggere e farsi spiegare le recentissime sentenze della Cassazione che hanno detto che l’articolo 36 della Costituzione: principio della giusta retribuzione, va attuato sempre e comunque, è un principio inderogabile e non basta a tutelarlo la contrattazione collettiva.