Una carriera luminosa, coronata da tanti successi personali e di squadra. Giuliano Giannichedda è stato esempio di sacrificio e abnegazione, un mediano grintoso, una vera e propria diga a centrocampo. Dove non arrivava la tecnica, arrivava la corsa e dove non arrivava la corsa arrivava la testa. Intelligente, carismatico, uomo squadra, ha vissuto anni importanti con la maglia della Lazio prima, e della Juventus poi. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha ricominciato da capo, intraprendendo la carriera da allenatore. Il legame con l’ambiente biancoceleste però non si è mai spezzato. È stato un beniamino per i tifosi laziali e per commentare la bella vittoria di ieri sera contro il Celtic in Champions League, e il momento Lazio, Giannichedda è intervenuto in esclusiva a Tag24.
La Lazio vince in Champions, Giannichedda a Tag24
Al cardiopalma, ancora una volta. Dopo il gol di Provedel al 94’ contro l’Atletico Madrid, ieri la Lazio ha portato a casa una vittoria pesantissima contro il Celtic. A far esplodere di gioia il popolo laziale questa volta è stato Pedro. Tre punti importanti per la classifica e per il morale. La squadra di Sarri ora deve ripartire anche in campionato. Ad attenderla, prima della sosta, c’è il big match contro l’Atalanta. Per commentare il momento dei biancocelesti e la sfida di Champions tra Celtic e Lazio, Giannichedda, ex centrocampista che ha vestito questa maglia dal 2001 al 2005, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Una vittoria importante, in Champions League, con un gol all’ultimo secondo come con l’Atletico Madri. Può essere davvero la svolta?
“Sono tre punti inaspettati e che pesano tanto. La cosa positiva è che significa che la Lazio ci crede sempre e non molla mai, come era già avvenuto anche con l’Atletico Madrid. Quella con il Celtic è una vittoria determinate, che dovrebbe dar morale a questa squadra. Un pareggio o un’ipotetica sconfitta sarebbero stati sicuramente deleteri per il percorso, visto come sta andando anche in campionato. La Lazio sta incontrando tante difficoltà, è una squadra abituata a dominare la partita, ad avere sempre in mano il pallino del gioco e in questo periodo non lo sta riuscendo a fare, soprattutto in Champions. Di solito i biancocelesti costruiscono almeno 3 o 4 occasioni da gol, se mancano quelle poi manca tutto il resto”.
Lo scorso anno la difesa era il punto di forza, mentre in questa stagione sono tanti anche gli errori dei singoli. Cosa può essere successo?
“Diciamo che il gioco di Sarri è molto più propenso all’attacco che alla difesa. Lo scorso anno però aveva trovato dietro la perfetta quadratura del cerchio mentre in questa stagione sono spesso in difficoltà e subiscono tanto. La verità è che in Italia siamo abituati a studiare tanto gli avversari ed evidentemente hanno ben capito come fare male alla Lazio. In Europa è diverso invece, soprattutto dal punto di vista dell’intensità. E questo è il motivo per cui quasi tutte le squadre italiane fanno fatica. Siamo abituati a ritmi completamente diversi e di solito la paghiamo all’inizio delle competizioni europee. All’estero attaccano sempre, appena rubano palla ripartono, è difficile che li vedi tornare indietro e abbassare il ritmo. Prima la Lazio si adatterà a questa cosa e meglio sarà”.
Da ex centrocampista, che ne pensi di Kamada e Guendouzi?
“Sono due ottimi giocatori. Ieri sono stati i cambi, e fondamentalmente i nuovi acquisti, a dare la svolta al match. Il francese a mio avviso è sempre una carta interessante da giocare a gara in corso, quando entra dà sempre qualità e imprevedibilità alla squadra e la Lazio ne ha bisogno. Fino a questo momento è chiaro che il migliore in assoluto della squadra di Sarri è stato Luis Alberto, ma non possiamo pretendere che sia sempre lui a fare la differenza sobbarcandosi tutte le responsabilità. C’è bisogno anche degli altri. È vero che Milinkovic manca, anche perché aveva un fisico importante. Davi palla a lui che la prendeva sempre e dava modo al resto dei compagni di respirare. Quest’anno non è così, è normale che a centrocampo si faccia un po’ più di fatica, ma resto convinto che Kamada e Guendouzi siano due acquisti azzeccatissimi”.
Quanto incide a livello offensivo la crisi di gol di Immobile?
“Immobile è in difficoltà, è chiaro che i suoi gol manchino a questa squadra. Io l’ho visto anche dal vivo allo stadio Olimpico, e non penso sia una questione fisica. Corre tantissimo, probabilmente anche troppo. È vero che deve aiutare i compagni, ma secondo me poi perde lucidità davanti. Prima la Lazio riconquistava la palla 30 metri più avanti e per lui andare in profondità era più semplice perché aveva meno spazio da coprire. Ora invece la riconquistano parecchio più indietro e poi arrivare dall’altra parte non è semplice. Per Immobile così diventa dura”.
Giusto il tempo di ricaricare le batterie e domenica all’Olimpico arriva l’Atalanta, che ti aspetti?
“Con l’Atalanta è sempre dura. È vero che giocando oggi avranno un giorno in meno per recuperare, però lo sappiamo, è una squadra che ti fa giocare male. La Dea è una delle italiane più internazionali, per modo di giocare. Corrono tanto, è sempre un uno contro uno a tutto campo. Sarà difficile ma bella, anche perché la Lazio ha dimostrato che quando affronta le grandi spesso fa una bella partita e lo sarà anche quella di domenica”.