Tra i tanti misteri sulla morte di Alessio Vinci, quello del codice alfanumerico lasciato nella camera d’albergo dallo studente italiano ritrovato senza vita ai piedi di una gru in un cantiere Parigi nel gennaio 2019,  è quello che ha destato più sconcerto e ha sfidato di più la capacità di ragionamento di tutti coloro che in questi anni si sono messi a scavare per cercare la verità su quello che la polizia francese ha archiviato come suicidio.

Morte di Alessio Vinci, la procura di Roma sta per decidere sull’archiviazione del caso

Tra pochi giorni, martedì 10 ottobre, è attesa la decisione della Procura di Roma, competente sulle questioni giudiziarie relative agli italiani su territorio straniero, sull’archiviazione del caso. La giustizia italiana indaga per istigazione al suicidio e potrebbe decidere di chiudere le indagini sulla fine dello studente italiano trovato morto a Parigi, a meno che non escano fuori nuovi elementi rilevanti che convincano gli inquirenti ad andare avanti.

Chi non si ferma e va ancora avanti con determinazione per fare luce sulla misteriosa morte di Alessio Vinci è l’avvocata della famiglia, Sara Dettori che in questo periodo si è impegnata proprio nella ricerca di nuovi elementi rilevanti. Nominata dal nonno dello studente, Vincenzo, l’uomo che l’ha cresciuto dopo la prematura morte della madre e a cui il ragazzo era legatissimo, la legale prosegue nel suo mandato anche dopo che il nonno di Alessio, qualche mese, fa è morto senza aver mai potuto sapere che fine avesse davvero fatto l’amato nipote.

Il significato del codice lasciato da Alessio Vinci, studente italiano trovato morto a Parigi

Le ricerche della legale, avrebbero portato proprio al disvelamento del mistero legato al codice, E.T.P. je sais CAM 381ASLCM, apparentemente indecifrabile, creato da Alessio per comunicare qualcosa a qualcuno, proprio la notte prima di morire e ancor prima, visto che parte di quel codice, le lettere E.T.P., è stata reperita anche incisa sotto la scrivania dello studente nella sua camera dell’appartamento di Torino dove viveva da fuori sede.

Ed è proprio quella stessa prima parte del codice che l’avvocata Dettori sostiene di aver finalmente compreso. Lo ha spiegato durante l’ultima puntata della trasmissione Rai Chi l’ha visto? che segue il caso dal 2019, a cui ha anche svelato altri particolari nuovi che vanno sempre nella direzione di una morte che sembra non essere esattamente un suicidio.

Al centro di queste nuove scoperte c’è la scatola dei misteri di tutti noi in questa epoca di vita tra reale e virtuale: il pc personale di Alessio. Dall’esame del device sono infatti uscite interessanti informazioni. Prima tra tutte quella che, attraverso il sistema di geolocalizzazione del pc, ha fatto risalire la legale a un luogo dove Alessio Vinci era passato in quelle ore, ovvero l’Eliporto Terre Plein (E.T.P.), un eliporto di lusso dove ha sede anche una filiale della banca di Monaco, quella di una finta ricevuta creata dal ragazzo per simulare con il nonno una vincita di 150000€. Una vincita che non c’è mai stata, sebbene Alessio Vinci avesse davvero la disponibilità di quella ingente cifra e nessuno sia in grado di spiegare come se la sia procurata.

Altre incongruenze, misteri e domande senza risposta

Dal pc del diciottenne, e dai filmati della telecamera dei corridoi dell’albergo in cui Alessio ha alloggiato nelle ultime ore, sono arrivate altre informazioni inquietanti. Il ragazzo, nella sua ultima sera di vita esce dalla sua camera per cenare, e l’orario del suo passaggio in uscita e poi, più tardi, in entrata, è registrato dalle telecamere. Ebbene, in quel lasso di tempo la perizia sul pc  rivela che il computer lasciato in camera da Alessio era attivo ed era su un particolare film su Youtube, dettaglio che potrebbe far pensare che il ragazzo non era solo a Parigi. Infine, sempre dai filmati dell’albergo, risulta che lo studente era arrivato lì con uno zaino che non è affatto lo stesso riconsegnato alla famiglia dalle autorità francesi dopo morte con tutti gli altri effetti personali di Alessio Vinci.

Tanti piccoli elementi e incongruenze, pezzi di un complesso puzzle che emergono pian piano e che sembrano non formare esattamente il quadro della morte di un ragazzo che, di sua volontà, ha deciso di farla finita.