A poche ore di distanza dalla pubblicazione dei “volti familiari”, come il leader della Lega Matteo Salvini ha chiamato la giudice Iolanda Apostolico nel video postato sui social, e ancora nell’occhio del ciclone della sentenza di Catania in cui la stessa giudice ha disposto la liberazione dei quattro migranti “ospiti” nel Cpr di Pozzallo, in provincia di Ragusa, Tag24 ha deciso di coinvolgere Luigi De Magistris. E l’ex magistrato nonché ex sindaco di Napoli difende a spada tratta la sentenza, sbuffa sulla “solita destra” e butta lì un paio di consigli. Per il governo e per la giudice.

De Magistris sulla vicenda della giudice di Catania: “Quella della Apostolico è una sentenza ineccepibile, riecco la caccia al magistrato”

“Ho letto con molta attenzione la sentenza – esordisce De Magistris – e, dal punto di vista giuridico, lo trovo ineccepibile, perché censura due aspetti della norma che sono in contrasto con la Costituzione e con le norme internazionali: sia quello del trattenimento senza giustificata causa di persone che vengono equiparate a chi ha commesso crimini, che quello del pagamento di una sorta di ‘pizzo di stato’ di quasi 5000 euro. Dunque ci ritroviamo nuovamente di fronte a un provvedimento inattaccabile e a un governo che fa ciò che la politica ha fatto tante altre volte: attaccare la magistratura indipendente che svolge la propria attività istituzionale. Dovrebbero piuttosto affidarsi a giuristi e tecnici che mastichino di Costituzione prima di scrivere queste leggi. Se la prendessero con loro stessi piuttosto”.

E quello appena scritto è il primo consiglio. Il secondo è per la giudice Apostolico: “Trovo sgradevole la ‘caccia al magistrato‘ e alle sue idee politiche. Andiamo anche a fare investigazioni su cosa ha potuto scrivere sui social… Mi è sembrato, da parte di Salvini (in maniera più scomposta, ma anche Meloni ci ha messo del suo), un attacco a una giudice che ha fatto il suo dovere. Poi è chiaro che i magistrati debbano fare attenzione, proprio perché viviamo in un mondo in cui si dà peso anche a cosa si scrive sui social”.

“Il magistrato può esprimere le proprie opinioni, ma deve fare attenzione: non è un cittadino come gli altri”

Ciò non significa che un magistrato non possa utilizzare i social. Anzi, “può esprimere liberamente le proprie opinioni su un giornale, sui social o per radio. Poi ci sono i doveri deontologici della magistratura, quelli in cui bisogna stare attenti perché il magistrato non è un cittadino come gli altri perché poi si potrebbe trovare anche a decidere sulle cose che ha detto e le sue opinioni venire strumentalizzate”.

De Magistris si è trovato spesso nei panni della ex collega, “anzi, vi do una notizia: ho un record che non è nazionale, bensì mondiale, perché sono il magistrato che ha ricevuto il maggior numero di interrogazioni parlamentari (hanno superato le 100) e che ha avuto il maggior numero di inchieste e ispezioni di natura amministrativa. Infine colui il quale è stato più sentito da altri suoi colleghi. Mi trovavo quasi a disagio quando non mi attaccavano. Come bisogna reagire? Con il lavoro, non può entrare nella polemica. Poi ci sono organi che devono tutelare il magistrato attaccato. In primo luogo il cosiddetto sindacato dei magistrati (molto screditato dopo il caso Palamara) e il Consiglio superiore della magistratura che è l’organo istituzionale che tutela le prerogative di autonomia e indipendenza della categoria”.

La questione è un’altra, conclude il 56enne ex sindaco: “Il governo ha fallito sul tema dell’immigrazione e ora sta cercando i capri espiatori. La Francia, la Germania, la giudice… La destra ha costruito consenso sull’immigrazione e in difficoltà trova i giudici ‘politicizzati’, ‘comunisti’, ‘estremisti’…”.