Dietro al decesso di Piera Paganelli, la donna di 78 anni trovata morta ieri a Rimini, potrebbe nascondersi un femminicidio: è ciò che pensano gli inquirenti dopo aver compiuto i primi accertamenti sulla salma e aver escluso la pista della rapina finita male. A riportarlo è l’Agi, secondo cui la vittima sarebbe stata trovata in possesso di tutti i suoi effetti personali. L’ipotesi è che la sua storia sia collegata a quella del figlio, aggredito a maggio da ignoti e rimasto gravemente ferito. Un fatto per cui la donna aveva sporto denuncia.
Piera Paganelli morta a Rimini: femminicidio? Esclusa la pista della rapina finita male
I fatti risalgono alla giornata di ieri, 4 ottobre. Il corpo di Piera, per tutti “Pierina”, era stato trovato senza vita all’altezza della rampa d’accesso che conduce ai garage del condominio in cui la donna da tempo viveva in via del Ciclamino, a Rimini. Aveva 78 anni e, stando ai primi accertamenti, sarebbe stata colpita più volte con un’arma bianca, un coltello. Da chi e perché non si sa.
Si sa invece che l’omicidio, il femminicidio, risalirebbe alla sera prima: con tutta probabilità l’anziana sarebbe stata aggredita mentre rincasava. Aveva appena partecipato a un incontro di preghiera con il gruppo dei Testimoni di Geova che frequentava. Con sé aveva tutti i suoi effetti personali. L’ex marito, con cui da anni si era separata, vive a Monaco di Baviera, in Germania. I tre figli in giro per l’Italia: la femmina a San Marino, i maschi a Savignano sul Rubicone e nel Riminese.
Su di loro si concentrano, al momento, le indagini. L’obiettivo è ricostruire i rapporti personali della donna e gli attimi immediatamente precedenti alla sua morte.
Il figlio rimasto vittima di un incidente a maggio
Tra i vari punti da chiarire ce n’è uno che, in particolare, interessa gli inquirenti: quello dell‘incidente di cui uno dei figli, Giuliano Saponi, sarebbe rimasto vittima lo scorso 7 maggio. Un incidente che avrebbe tutta l’aria di essere stato intenzionale e che ha provocato all’uomo, 53 anni, gravi lesioni: diverse fratture multiple, di cui alcune alla testa.
L’uomo, che vive insieme alla moglie e alla figlia nel condominio situato di fronte a quello dove Pierina è stata uccisa, dall’aggressione non si è mai ripreso del tutto. Erano le 5.30 del mattino quando, in sella alla sua bicicletta, si era incamminato per raggiungere l’inceneritore di Coriano, dove lavorava, ed era stato investito o pestato.
Fu ritrovato in strada, inerme: per due mesi aveva lottato tra la vita e la morte, prima di essere giudicato fuori pericolo. La mamma – insieme alla sua famiglia – si prendeva cura di lui. In tanti, non a caso, la ricordano come una persona “molto indaffarata”. In seguito all’incidente che aveva coinvolto il figlio, e da cui sembra fosse rimasta particolarmente turbata, aveva sporto una querela-denuncia.
Da qui l’ipotesi che le due storie possano essere collegate. Come se qualcuno volesse vendicarsi di lei. Per ora si tratta di congetture. Maggiori informazioni emergeranno dall’autopsia sul corpo, già disposta dal pm che coordina le indagini, Daniele Paci. Oltre al perito nominato dalla Procura, la famiglia – assistita dallo studio legale Lunedei – potrebbe decidere di nominarne uno di parte.
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È di qualche ora fa la notizia della morte in ospedale di Bernard Zucconi, l’82enne che a Bardi, in provincia di Parma, ha sparato alla moglie di 83 anni e ha poi tentato di togliersi la vita. Ripercorriamo l’accaduto in questo articolo: Uccide la moglie e si spara, morendo in ospedale: cosa sappiamo dell’omicidio-suicidio di Bardi (Parma).