Per un proprietario immobiliare, uno dei dilemmi più comuni è come affrontare gli inquilini che non pagano l’affitto in tempo. Questa situazione può creare stress finanziario e tensione tra le parti. Ma, cosa può fare il locatore in questi scenari? Ed è veramente così impossibile cacciare via dalla propria casa gli inquilini morosi con figli, anche minorenni? Impossibile certamente no, difficile in parte, ma solo per una questione di tempo.
Cacciare gli inquilini morosi: come affrontare la morosità
Prima di considerare azioni legali, il dialogo tra locatore e inquilino può rappresentare una soluzione. Tentare una mediazione tramite un avvocato specializzato può essere la chiave per risolvere la questione amichevolmente. Tuttavia, se non si giunge a una soluzione, l’avvocato potrebbe suggerire di procedere con misure legali, come un’intimazione di sfratto, che necessita dell’approvazione giudiziaria.
Quando il locatore può sfrattare un inquilino?
Lo sfratto non è un’azione da prendere alla leggera. È una procedura legale che permette al proprietario di recuperare la propria proprietà in determinate circostanze:
- Inadempimento nel pagamento dell’affitto.
- Comportamenti perturbatori dell’inquilino.
- Mancato pagamento delle spese condominiali.
- Altre ragioni valide stabilite dalla legge.
Da notare che, nonostante un ordine di sfratto possa essere emesso, può richiedere molto tempo prima che un inquilino lasci effettivamente la proprietà.
Il preavviso nel contratto di affitto
Il contratto di affitto ha termini specifici che entrambe le parti devono rispettare. Sebbene l’inquilino possa recedere dal contratto con un giusto motivo e un preavviso di sei mesi, il locatore deve aderire ai termini contrattuali a meno che non ci siano circostanze particolari.
Casi speciali per la disdetta del contratto
Esistono situazioni in cui il locatore può terminare il contratto di affitto prima della sua naturale scadenza. Queste includono:
- Necessità personale o familiare di utilizzare l’immobile.
- Ricostruzione o ristrutturazione dell’edificio.
- Vendita della proprietà sotto determinate condizioni.
Per procedere con la disdetta, il locatore deve inviare una comunicazione formale all’inquilino con una specifica motivazione e rispettare un certo periodo di preavviso.
Cacciare di casa gli inquilini morosi: come gestire la situazione
Secondo la legge, un inquilino è considerato moroso quando non effettua il pagamento dell’affitto entro 20 giorni dalla data di scadenza. In queste circostanze, il locatore ha il diritto di intraprendere azioni. Tuttavia, è importante che il locatore non prenda misure autonome che potrebbero essere illegali.
Se il locatore decide di agire, può:
- Inviare una lettera di diffida all’inquilino.
- Procedere legalmente con l’intimazione di sfratto per morosità.
Come evitare di cacciare di casa gli inquilini morosi: prevenire è meglio che curare
Prima di affittare, è saggio per i locatori consultare l’elenco degli inquilini morosi, tramite servizi e report reperibili anche online (ma affidatevi a siti specializzati e famosi nel settore). Questo può certamente prevenire potenziali problemi in futuro. Inoltre, includere clausole chiare nel contratto d’affitto relative alla morosità può fornire una protezione legale in caso di problemi.
Sfratto per morosità: come funziona
Quando si parla di sfratto per morosità, ci riferiamo all’azione legale intrapresa dal proprietario di un immobile contro un inquilino che non ha pagato l’affitto. Questa pratica, regolamentata da precise normative, rappresenta una delle principali cause di risoluzione dei contratti di locazione.
Le disposizioni legislative del 2022 stabiliscono che un inquilino non può essere sfrattato immediatamente per mancato pagamento dell’affitto. Occorre un intervallo di almeno 20 giorni tra la data di scadenza del canone e la data di effettivo pagamento. Tuttavia, molti proprietari mostrano pazienza, e solitamente si arriva alla richiesta di sfratto dopo tre mesi di mancati pagamenti.
Qualora il proprietario non riesca a trovare un accordo con l’inquilino moroso, nonostante aver inviato una lettera di diffida, è necessario rivolgersi ad un avvocato. La procedura di sfratto è regolata dall’articolo 685 comma 1 del codice di procedura civile e richiede la consulenza legale per presentare il caso davanti al tribunale competente.
Una volta avviato il procedimento, l’avvocato notifica una citazione all’inquilino. Questo documento contiene la data della prima udienza in tribunale. Durante l’udienza, se il giudice verifica la morosità dell’inquilino, emetterà un’ordinanza di sfratto. Nel caso in cui l’inquilino non rispetti la data stabilita per l’abbandono dell’immobile, il proprietario può chiedere l’intervento di un ufficiale giudiziario.
Oltre all’ordinanza di sfratto, il giudice emette un’ingiunzione di pagamento per permettere al proprietario di recuperare l’importo dovuto. Se l’inquilino non soddisfa il debito, è possibile avviare procedure come il pignoramento dei beni. Nel caso in cui l’inquilino non abbia beni, il proprietario può indagare sulle proprietà dell’inquilino tramite l’anagrafe tributaria dell’Agenzia delle Entrate.
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Sfratto per immobili abitativi e commerciali: differenze
Gli inquilini morosi di immobili commerciali seguono una procedura simile a quella degli immobili residenziali. Tuttavia, ci sono delle distinzioni chiave, come il giudizio sul grado di gravità dell’inadempimento e le condizioni per emettere un’ordinanza di convalida per lo sfratto.
Come cacciare gli inquilini morosi: casi e situazioni particolari
La presenza di figli minori o disabili nella famiglia dell’inquilino non esclude la possibilità di sfratto, ma rende la procedura più delicata e complessa. L’interesse dei minori è tutelato dall’intervento degli assistenti sociali, e il periodo di grazia per regolarizzare la situazione può estendersi fino a quattro mesi dalla prima udienza.
Oltre alla morosità, un inquilino può essere sfrattato se il suo comportamento risulta disturbante per il condominio. Questi comportamenti devono essere gravi e ripetuti nel tempo. Il Codice Civile prevede la risoluzione anticipata del contratto in caso di mancato rispetto delle clausole contrattuali e del regolamento condominiale.