Procedono senza interruzioni le indagini per fare luce sul caso di Patrizia Nettis, la giornalista di 41 anni trovata morta impiccata a Fasano, in provincia di Brindisi, lo scorso 29 giugno. Entro il prossimo 20 ottobre dovrebbero essere depositati i risultati degli accertamenti tecnici effettuati sullo smartphone e sul pc sequestrati all’interno dell’abitazione della donna e nel suo ufficio dopo il ritrovamento del corpo. La speranza degli inquirenti è che possano celare nuove informazioni sui suoi rapporti personali e lavorativi, aiutandoli a ricostruire quanto accaduto.
A che punto sono le indagini su Patrizia Nettis, la giornalista trovata morta impiccata a Fasano
La sua morte era stata archiviata come suicidio. Per questo sul corpo non era stata neanche effettuata l’autopsia. Patrizia Nettis, 41 anni, era originaria di Gioia del Colle, in provincia di Bari, ma da un po’ di tempo si era trasferita a Fasano, a Brindisi, per ricoprire il ruolo di addetta stampa del Comune. Lì il 29 giugno scorso era stata trovata senza vita, impiccata, all’interno della sua abitazione.
Sembra che non avesse problemi economici e che della sua vita fosse abbastanza soddisfatta: motivo per cui i familiari e gli amici non credono che possa essersi suicidata, almeno non “volontariamente”, lasciando solo il figlio di 10 anni. L’ipotesi di reato avanzata dalla Procura è di istigazione al suicidio e atti persecutori. Nel registro degli indagati è stato iscritto un uomo, un imprenditore nel settore dello sport con cui la donna, secondo alcuni testimoni, avrebbe litigato proprio la sera della sua morte.
Un litigio che potrebbe nascondere altro e su cui gli inquirenti stanno cercando di fare luce.
Dalle ore 15 del 29 giugno 2023, momento in cui ho appreso della morte di mia figlia, che sto aspettando che le indagini in corso facciano conoscere la verità giudiziaria,
ha dichiarato il papà Vito al Corriere della Sera. La speranza è che nuove informazioni possano emergere dagli esiti degli accertamenti tecnici effettuati sul pc e sullo smartphone della vittima: messaggi, mail, video utili a ricostruire gli attimi precedenti alla sua morte. Attimi in cui la 41enne avrebbe anche inviato al figlio la buonanotte.
Il secondo uomo del mistero
All’interno dell’abitazione non sono stati ritrovati, invece, biglietti di addio. Una circostanza strana, secondo chi la conosceva. Una sua amica, in particolare, ha puntato il dito contro un altro uomo.
Patrizia era innamorata di un uomo sposato che non le ha mai dato certezze. Lei era un burattino nelle sue mani. Stava vivendo situazioni complicate che non riusciva a gestire e che le procuravano ansia e dolore. Potrebbe per questo, aver deciso di togliersi la vita, ma credo che l’accusa di istigazione al suicidio sia stata rivolta alla persona sbagliata,
ha rivelato. Che si tratti del secondo uomo con cui la vittima era stata vista in strada poco prima di togliersi la vita? È uno dei punti da chiarire.
Una storia che ricorda quella di Vera Schiopu
La storia di Patrizia Nettis ricorda quella di Vera Schiopu, la 25enne di origine moldava trovata morta impiccata in un casolare di campagna tra Ramacca e Paternò, a Catania, lo scorso agosto. Per la vicenda sono stati arrestati due uomini di nazionalità romena: Gheorghe Ciprian Apetrei, compagno della giovane, e Costel Balan, un loro amico. Il primo è sospettato di averla uccisa, il secondo di averlo aiutato a mettere in scena l’inverosimile suicidio.
Come inverosimile era stato il suicidio di Valentina Salamone, la 19enne siciliana trovata senza vita a Biancavilla, sempre a Catania, il 24 luglio del 2010. Poco prima di impiccarsi a un albero la giovane aveva trascorso la serata in compagnia di alcuni amici e dell’amante. Secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio Nicola Mancuso, di dieci anni più grande, a toglierle la vita, inscenando il suicidio: temeva che avrebbe potuto rovinare il suo matrimonio. Ad incastrarlo fu il ritrovamento di alcune tracce biologiche sotto i sandali della vittima. Di recente, nonostante continui a dichiararsi innocente, è stato condannato all’ergastolo.
I genitori di Valentina pensano che sia stato aiutato da qualcuno. In questo articolo ripercorrevamo entrambe le storie: Vera Schiopu, il caso di suicidio inscenato che riporta alla mente la storia di Valentina Salamone.