Omicidio stradale plurimo: questa l’ipotesi formulata dalla Procura di Venezia per la tragedia del pullman precipitato a Mestre. C’è ancora incertezza sulle cause, mentre è stato escluso il coinvolgimento di altri mezzi. Intanto sono state identificate tutte le 21 vittime del disastro. Dei 15 feriti, 5 sono in gravi condizioni.

Pullman precipitato a Mestre, ancora ignota la causa del disastro

Non risultano segni di frenata sull’asfalto e non c’è ancora nessuna evidenza su ciò che ha potuto causare l’incidente, avvenuto poco prima delle 20 del 3 ottobre 2023. L’autobus, dopo essere precipitato dal cavalcavia Vempa, è caduto sul proprio tetto.

Alla guida c’era Alberto Rizzotto, 40 anni, definito dai colleghi “un autista esperto”: forse un malore o una manovra azzardata all’origine della tragedia. Intanto ciò che rimane del bus- un ammasso di lamiere-, il guardrail e la zona di caduta sono stati posti sotto sequestro.

Il guardrail, in particolare, è finito sotto accusa:

è vecchio, degli anni ’50, e potrebbe essere stato una concausa dell’incidente

ha affermato ieri 4 ottobre Massimo Fiorese, l’ad della società La Linea, proprietaria del bus precipitato (un mezzo elettrico di fabbricazione cinese anche recente, del 2022). Un buco, di circa due metri, lo divide in due e potrebbe aver avuto un peso sulla vicenda: l’opera è vetusta, all’epoca i parapetti venivano costruiti in questo modo.

Il parapetto non è a norma secondo le leggi vigenti, ma lo era quando fu costruito, ha poi sottolineato Renato Boraso, assessore alla viabilità del Comune di Venezia. Questi varchi sarebbero stati chiusi il prossimo anno, dato che il cavalcavia è al centro di un progetto di ammodernamento. Salvini però, sempre nella giornata di ieri, aveva dichiarato: “Non è un problema di guardrail“.

Oggi 5 ottobre la Procura di Venezia ha comunicato di aver affidato una consulenza tecnica sulle condizioni di questa barriera di sicurezza.

Dinamica e indagini

Le immagini registrate da una telecamera di videosorveglianza mostrano l’autobus che improvvisamente precipita nel vuoto. Il pullman tocca e scivola lungo il guardrail per un cinquantina di metri, per poi cadere con un’ulteriore spinta a destra.

I testimoni hanno escluso che procedesse a velocità sostenuta: la scatola nera del bus è stata recuperata e verrà analizzata- quando si saprà che non è un’azione irripetibile- per avere maggiori informazioni su cosa sia accaduto. Inoltre verrà eseguita l’autopsia sul corpo dell’autista. La Procura vuole approfondire anche sulle batterie al litio del bus e sulle cause delle fiamme che si sono sviluppate dopo l’urto.

La procura di Venezia sta procedendo per l’ipotesi di omicidio stradale plurimo, ma al momento non ci sono indagati.

Chi sono le vittime dell’incidente di Mestre

Sono state identificate tutte le vittime del terribile incidente: nove cittadini ucraini, 4 romeni, 3 tedeschi, due portoghesi, un sudafricano, un croato e poi l’autista del bus, l’unico italiano.

Tra loro una bimba di un anno e cinque mesi, tedesca. Un’altra bambina di 10 anni, ucraina. La ragazza croata, Antonela Bakovic, 25 anni e incinta, non ce l’ha fatta: era in viaggio di nozze con il marito Marko, che è rimasto ferito. E poi un’intera famiglia, quella degli Ogrezeanu, rumeni.

Uno strazio infinito nell’obitorio dell’ospedale dell’Angelo a Mestre.