Quando inizia il freddo 2023? E’ in arrivo El Niño, un fenomeno climatico che solitamente raggiunge il suo apice durante il periodo natalizio, coincidendo con la Nascita del Bambin Gesù. La ragione per cui utilizziamo il termine in spagnolo è dovuta alla sua influenza nelle regioni di lingua ispanica dopo la colonizzazione colombiana.

Quando inizia il freddo nel 2023?

Il freddo arriverà in ritardo rispetto al solito e potrebbe durare meno del previsto. C’è l’ipotesi che il prossimo inverno sia caratterizzato da temperature sopra la media, interrotte occasionalmente da brevi fasi di basse temperature.

Gli effetti di El Niño

Il fenomeno, conosciuto come El Niño, è di vasta portata e si manifesta sulla superficie dell’Oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale, influenzando le condizioni meteorologiche globali.

Gli studiosi identificano cicli di durata variabile, che possono estendersi da 2 a 6/7 anni circa. La Niña rappresenta un raffreddamento della superficie oceanica, mentre El Niño indica un riscaldamento. Durante un episodio di Niña, le acque sono più fredde del normale di circa 1/3°C, mentre durante un episodio di El Niño, sono più calde di circa 1/3°C.

L’ultimo aggiornamento della NOAA, l’agenzia statunitense che monitora le dinamiche oceaniche e atmosferiche, conferma che le acque superficiali dell’Oceano Pacifico stanno riscaldandosi più del previsto, rendendo il ritorno di El Niño ufficiale. La mappa sottostante mostra chiaramente l’anomalia termica in pieno Oceano Pacifico prevista per i prossimi mesi di Ottobre e Novembre. Questo fenomeno coinvolge una vastissima area, praticamente l’intero Oceano Pacifico. In caso di eventi “forti” di El Niño, possono verificarsi impatti indiretti sul clima europeo, con conseguenze significative anche per l’Italia.

Temperature molto elevate nell’Oceano Pacifico nord-orientale favoriscono lo sviluppo dei cosiddetti “fiumi troposferici”, grandi quantità di calore latente che si trasferiscono dall’Oceano all’atmosfera, risalendo in alto. Questi flussi di aria calda, una volta in quota, tendono a scendere nelle regioni subtropicali, alimentando i grandi anticicloni permanenti come l’alta pressione delle Azzorre o l’alta pressione africana. Di conseguenza, a partire da Dicembre, è probabile un rinforzo dell’alta pressione africana verso il bacino del Mediterraneo.

Le temperature dovrebbero rimanere oltre la media, addirittura aumentando di circa +2°C sulla Russia e parte della Penisola Scandinava. Questo significa che le riserve di aria fredda, che di solito generano onde di freddo e neve nelle latitudini più meridionali del continente europeo, potrebbero mancare in tali regioni.

Gli effetti del Vortice Polare

Anche se la stagione fredda è ancora lontana, nei prossimi mesi entrerà in gioco un altro attore cruciale: il Vortice Polare. Le ricerche climatiche e statistiche indicano che durante una fase intensa di El Niño, aumenta significativamente la probabilità di rottura del Vortice Polare, che può portare a effetti più o meno intensi. A volte, il Vortice può letteralmente dividersi in due o più parti, portando aria fredda e instabile verso sud. Quando ciò accade, crescono notevolmente le probabilità che ondate di freddo raggiungano anche l’Italia.