La Sampdoria per esordire in Serie A; l’Udinese per consacrarsi; l’Inter per fare il definitivo salto di qualità. Antonio Paganin con la maglia nerazzurra ha disputato ben cinque stagioni, dal 1990 al 1995, tagliando il traguardo delle 100 presenze e contribuendo alla conquista di ben due Coppe UEFA. Ne sono passati di anni da quel momento a oggi, ma l’ex difensore è rimasto interista fino al midollo. In carriera ha giocato con altre squadre e dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha iniziato il percorso da allenatore, l’amore per i colori nerazzurri però è rimasto intatto. Ora si gode la grande squadra di Simone Inzaghi. Una formazione capace di vincere e convincere sia in campionato che in Champions League. Per commentare la stagione dell’Inter, dalla Serie A alla Champions League, Paganin è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Inter tra Serie A e Champions League, Paganin a Tag24
Che sia in campionato o in Champions League poco importa, l’Inter è una schiaccia sassi. La formazione di mister Inzaghi crea tanto, segna spesso, subisce poco, vince e non ha paura di nessuno. Insomma, il presidente Zhang questa volta potrebbe davvero avere tra le mani una squadra perfetta. Il mercato ha dato subito i suoi frutti e il lavoro di Marotta e Ausilio è stato immediatamente ripagato. In Serie A i nerazzurri sono considerati da tutti i favoriti. Hanno messo in cassaforte 18 punti in 7 giornate, solo il Sassuolo è riuscito a fermarli. E ieri contro il Benfica hanno fatto 1 a 0, ma il risultato sarebbe potuto essere molto più ampio. Per commentare questo avvio straordinario dell’Inter, Paganin, ex difensore che in carriera ha vestito anche questa maglia, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Ieri in Champions League ha dimostrato ancora una volta di essere una grande squadra. Che pensi di questa Inter?
“Sta prendendo sempre più coscienza dei grandi mezzi che ha. Probabilmente il percorso europeo dello scorso anno e il raggiungimento della finale sono serviti per alzare l’autostima della squadra e i risultati si vedono. Hanno imparato a gestire bene anche il doppio impegno, ricordiamoci che lo scorso anno in campionato hanno perso terreno dopo le partite di Champions. Insomma hanno trovato il giusto equilibrio tra Serie A e Champions League. Ora sarà interessante capire quanto riusciranno a mantenere questo ritmo e questo livello, non è semplice”.
Se così fosse sarebbero imbattibili…
“È un po’ quello che ha fatto il Napoli lo scorso anno, ha creato il solco rispetto alle avversarie. Ma ci sono delle differenze. A mio avviso la squadra di Spalletti ha fatto quasi un miracolo a vincere lo scudetto in quel modo, mentre Inzaghi ha una rosa costruita per questo. Il calcio però è sempre ricco di imprevisti, ma da buon interista mi auguro sia l’anno giusto”.
Ieri con il Benfica ha anche giocato molto bene. È questa la differenza con il passato?
“Gioca meglio e si diverte, è quello che tutti stanno certificando. Ha un gioco fluido e un’importante capacità di manovra che si sviluppa con facilità. La cosa più interessante è l’inserimento dei nuovi, in particolare Thuram, che non pensavo proprio potesse integrarsi così velocemente con Lautaro. C’era il dubbio che le assenze di Dzeko e Lukaku potessero mandare l’Inter in difficoltà, e invece questo non ha fatto altro che esaltare la batteria dei centrocampisti che si divertono a servire gli attaccanti nel migliore dei modi. Ieri Dumfries fa un assist perfetto per Thuram; a Salerno Lautaro entra dalla panchina e finalizza con un cinismo incredibile. Insomma sta diventando una squadra importante e questo è quello che conta, indipendentemente da tutto”.
Non ti aspettavi che Thuram fosse così forte?
“Direi di no. L’arrivo di Thuram e il mercato fatto dall’Inter la dicono lunga sulla qualità del management di questo club. Io per primo ero dubbioso sulla sostituzione di Lukaku, ad esempio. Ma va sottolineato che la dirigenza, il duo Marotta e Ausilio, lavorano alla grande e anche questa volta ci hanno visto lungo”.
La dirigenza ha fatto un lavoro simile anche a difesa di Inzaghi che in questi anni è stato spesso criticato. Cosa è cambiato adesso?
“Inzaghi ha vissuto alcuni momenti più complicati, ma onestamente non penso che venisse criticato. Piuttosto era un rimprovero che gli veniva mosso, semplicemente perché era evidente che si stava procedendo a due velocità diverse. Una squadra che nell’arco di una stagione incassa qualcosa come 13 sconfitte, ed è costruita in un certo modo, non può essere soddisfatta. Sono circa un terzo del campionato. Era questo che si andava a sindacare, non di certo sulla qualità del tecnico. Un grande allenatore, in una grande società, deve fare un percorso differente, come quello di quest’anno. Penso che si era abbastanza autorizzati ad arrabbiarsi di fronte ad alcune sconfitte. Se avesse avuto in mano una squadra di seconda fascia nessuno gli avrebbe detto nulla, ma guida l’Inter”.
Questa squadra può fare un percorso netto anche in Champions?
“Troppo presto per fare previsioni, ma gli indizi ci sono tutti. Lo scorso anno l’Inter è partita con grandi problemi e dopo il doppio scontro con il Barcellona ha cambiato marcia. Ma abbiamo visto tante squadre che sembravano quasi imbattibili nel periodo autunnale, e poi hanno perso smalto. Sarà importante capire come si arriva all’anno nuovo. Non sono scaramantico e mi auguro che l’Inter a quel punto possa avere già lo scudetto in tasca così da non sprecare energie e provare di nuovo ad arrivare fino in fondo in Champions League. Lo scorso anno ci ha dimostrato che i dettagli fanno la differenza”.