La Natura tende sempre simpatici inganni. Infatti ci fa pensare di conoscerne tutti i segreti e, invece, ci tende tranelli e indovinelli. Infatti: che differenza c’è tra i marroni e le castagne? Andiamo a scoprirlo.
Scopriamo che differenza c’è tra i marroni e le castagne
In buona sostanza castagne e marroni sono legati da una sorta di parentela. In effetti appartengono alla stessa famiglia, ma non sono lo stesso frutto. Infatti, se pensate che i marroni siano semplicemente delle grosse castagne, vi sbagliate. E vi sbagliate anche se pensate che in natura siano già glacé come li trovate una volta estratti dalla scatola. Sono talmente diverse che c’è una legge, addirittura un Regio decreto perché emesso nel 1939, che in maniera chirurgica stabiliva la differenza fra i due frutti affinché non potessero essere confusi e quindi commercializzati in modo fraudolento.
L’ albero del pane
Nel medioevo diedero un nome significativo ad una pianta che forniva un frutto capace di trasformarsi nell’equivalente di qualcosa che a quell’epoca i poveri non potevano permettersi: il pane. L’albero del pane: così era soprannominato il castagno all’epoca, perché dava un frutto che era una delle poche materie prime che potevano permettersi.
Il castagno nasce spontaneamente nei boschi della penisola. I suoi frutti possono essere cotti in molti modi diversi: si possono lessare, bollire, arrostire. Con le castagne si possono preparare moltissime ricette, tra le quali zuppe saporite, nutrienti e sazianti. Fra i tanti modi di utilizzo le castagne vengono anche essiccate e poi ridotte in farina per darci modo di ampliare il loro utilizzo in forma esponenziale.
E invece i marroni?
Abbiamo visto che differenza c’è tra i marroni e le castagne. Delle castagne abbiamo già detto: un tempo cibo naturale e nutriente per i poveri, oggi sono diventate una leccornia. Forse attualmente sono sottovalutate, perché ridotte a fenomeno di strada nel periodo natalizio quando vengono vendute, nonostante il caldo provocato dal cambiamento climatico, in cartoccio dopo essere state arrostite.
Se le castagne sono un frutto selvatico, invece i marroni sono il prodotto di una coltivazione specifica. Infatti attraverso selezioni, innesti, potature mirate sono state selezionate delle piante particolari che appunto oggi forniscono delle castagne più grandi di quelle selvatiche e, appunto, chiamate marroni.
Scopri le differenze
Siamo arrivati al punto: che differenza c’è tra i marroni e le castagne? Partiamo dalle castagne e dalla descrizione del loro riccio. In natura un riccio di castagna può riuscire a contenere fino a 7 singoli frutti. La pianta selezionata dei marroni, invece, produce dei ricci all’interno dei quali trovano spazio al massimo 3 frutti: questioni di grandezza, ma anche di selezione genetica della pianta.
La buccia delle castagne la conosciamo: è bella resistente, spessa, colorata di un bel marrone scuro. I marroni invece hanno una buccia meno spessa, di una colorazione tendente al rossiccio che a volte, a seconda della varietà, può anche presentare delle striature più chiare.
Superfluo ricordare che i marroni sono più grossi, hanno una forma più regolare e tondeggiante: proviamo ad immaginare un marron glacè che ha l’inconfondibile forma a cuore. Le castagne, invece, sono più piccoline, hanno una forma che spesso è schiacciata figlia delle ristrettezze di spazio del riccio che le ha accolte.
Nella castagna la pellicola che separa il frutto dalla buccia è spessa ed è difficile da togliere. Spesso inoltre la ritroviamo immergersi nella polpa. Grazie alle selezioni effettuate nel corso degli anni la buccia del marrone si elimina con più facilità dopo la cottura, evidenziando una polpa liscia e uniforme.
Anche la cicatrice ilare (ovvero quella parte più chiara che sta alla base del frutto) nella castagna è più simile a un ovale mentre nel marrone ricorda un rettangolo.
Infine il sapore: la castagna è meno saporita, meno dolce. Il marrone è dolce e croccante.
Parliamo di costi: le castagne costano circa metà dei marroni.