La Guardia di Finanza è stata impegnata in un blitz predisposto dal Comando Provinciale di Roma per sventare una collaudata rete di riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite. Le indagini hanno portato ad una comunità cinese installata a Roma ma le istanze di custodia cautelare riguardano anche altre aree. Si tratta di L’Aquila, Reggio Calabria, Napoli, Perugia, Ancona e Campobasso: le indagini hanno portato in carcere 22 persone e 11 si trovano al momento agli arresti domiciliari.

Blitz della Guardia di Finanza: riciclaggio di denaro proveniente da traffico internazionale di droga

Il blitz della Guardia di Finanza ha permesso di individuare una sistematica rete di riciclaggio tra Roma e la Cina. Le attività adibite a questa ripulitura del denaro si trovavano nel centro della capitale, nel quartiere Esquilino, ed erano dedite all’import ed export di abbigliamento e accessori.

Queste si trattavano di mere coperture, veri e propri centri di raccolta per il denaro proveniente dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Una volta che il denaro entrava in queste attività, le somme erano poi trasferite all’estero (in Cina) senza poter essere tracciate. Si trattava, perciò, di uno spostamento nominale del denaro, senza includere il suo trasporto fisico, che sarebbe invece ritenuto più complesso da attuare.

Blitz della Guardia di Finanza: 22 persone in carcere e 11 agli arresti domiciliari

Sono finite dietre sbarre 22 persone, e altre 11 sono in stato di fermo, grazie all’operazione condotta dalla Guardia di Finanza. Le principali accuse sono associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e al riciclaggio, ma a queste si sommano estorsione, autoriciclaggio e detenzione abusiva di armi.

Il blitz dei finanzieri è giunto al culmine di una fitta indagine condotta con il coordinamento e la collaborazione di diverse realtà: Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (GICO), Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e Direzione Centrale Servizi Antidroga (DCSA).

Non si tratta del primo intervento della Guardia di Finanza per quanto riguarda questi capi d’accusa: in manette ad esempio è finito il broker Roberto Diomedi, indagato a sua volta per truffa e riciclaggio di denaro. Ben più ampia è invece l’indagine portata avanti per il caso Qatar, il cosiddetto Qatargate, che conta diverse persone accusate di riciclaggio.