Il mining di criptovalute è un altro argomento estremamente discusso, che però resta oscuro per molte persone, in particolare chi non si trova a proprio agio con le tecnologie di ultima generazione.
Il vero e proprio profluvio di articoli e notizie che riguardano il tema, non può però che incuriosire una buona parte dell’opinione pubblica. Soprattutto alla luce delle tante polemiche che ormai da tempo bersagliano l’attività dei minatori di ogni parte del globo. In questa guida cercheremo quindi di spiegare in parole semplici di cosa si tratta e affrontare alcuni dei problemi collegati ad essa.
Mining di criptovalute: come funziona?
Per mining di criptovalute si intende l’attività che viene condotta con un obiettivo ben preciso: coniare le nuove unità di una determinata valuta virtuale e incassare le ricompense spettanti a chi riesce ad aggiungere i blocchi alla catena in questione. I blocchi in questione, sono quelli che contengono i dati relativi alle transazioni e alle altre operazioni che avvengono sulla rete. Per riuscire a condurre in porto tale operazione, si può ricorrere a due diversi modus operandi:
- risolvere complessi problemi matematici, tramite l’utilizzazione di macchinari estremamente potenti, cui è affidata la speranza di riuscire ad anticipare i miners concorrenti;
- depositare token che conferiscono il diritto di partecipare ad una sorta di lotteria, che in maniera del tutto casuale indicherà i nodi cui spetterà il compito di convalidare le transazioni.
Il primo processo è tipico delle blockchain le quali adottano l’algoritmo di consenso Proof-of-Work, a partire da Bitcoin. Il secondo è invece condotto sulle reti che optano per l’algoritmo di consenso Proof-of-Stake, che prevede in particolare lo staking.
Si tratta in effetti di due modalità di mining estremamente diverse sotto molti aspetti, a partire da quello finanziario. Nel caso del PoW, infatti, la partecipazione all’attività di estrazione dei blocchi comporta nella maggioranza dei casi un investimento iniziale molto cospicuo. Reso tale dalla necessità di avere a disposizione dispositivi estremamente potenti, per condurre una serie di calcoli estremamente complessi in un arco temporale tale da anticipare la concorrenza.
Nel caso del Proof-of-Stake, invece, è sufficiente bloccare i token per acquisire il diritto a partecipare all’estrazione casuale di coloro che saranno chiamati a fare da validatori. In questo secondo caso, però, è necessario mettere in conto un investimento non meno notevole, almeno sulla rete di Ethereum. Dopo il cosiddetto Merge, che ha introdotto il progetto di Vitalik Buterin nello staking, sono necessari 32 ETH per poter assumere tale veste. Ovvero circa 50mila euro, al cambio attuale.
Proprio alla luce di quanto abbiamo ricordato sin qui, al di là degli entusiasmi iniziali, chi ha preso in considerazione l’idea di rivolgersi al mining dovrebbe porsi una precisa domanda: conviene investire in questo genere di attività? Proviamo a dare una risposta anche a questo importante quesito.
Conviene dedicarsi al mining di criptovalute?
Sia che si decida di acquistare macchinari per la risoluzione di complessi problemi di carattere matematico, o che ci si rivolga invece allo staking, si prospetta uno sforzo finanziario di rilievo. Tale da spingere a chiedersi quale potrebbe esserne il ritorno.
Se riferito al mining di Bitcoin, la risposta è in effetti abbastanza semplice: aggiungere un blocco alla catena di BTC ricompensa il minatore, al momento, per 6,25 esemplari dell’icona crypto. Al momento in cui scriviamo la quotazione del token è intorno ai 28mila euro, quindi saremmo nell’ordine dei 175mila euro.
Si tratta quindi di cifre importanti, tali da giustificare i forti investimenti delle società che operano nel mining. I costi, però non si limitano ai macchinari, ma devono andare a comprendere altre voci, a partire dal costo dell’elettricità. Non a caso le mining farm sono disseminate in Paesi ove l’energia elettrica costa meno. Il problema è che molti Paesi stanno riconsiderando le proprie politiche in tal senso, optando per tariffe differenziate verso chi la usa per il mining. Mentre altri lo stanno vietando espressamente, come accaduto in Cina. Come si può capire, quindi, prima di abbracciare questa attività occorre pensarci bene.