Quota 84, pensione anticipata donna: si sta esaminando un’alternativa a Opzione Donna per consentire alle donne di andare in pensione in anticipo. Questa alternativa prende il nome di Quota 84 ed è basata sul concetto dell’opzione contributiva per il pensionamento anticipato, sebbene sia stata modificata per renderla più accessibile alle donne.
Quota 84, pensione anticipata donna: cos’è?
Nella legge di Bilancio 2024, il governo deve prendere in considerazione una misura specifica per le donne, che quest’anno sono state penalizzate dai nuovi requisiti di Opzione Donna introdotti nell’ultima manovra finanziaria. Fino a ora, le due principali opzioni considerate erano:
- il ritorno a Opzione Donna come era in vigore fino al 2022 (ossia l’accesso alla pensione a 58 anni con 35 anni di contributi, senza ulteriori limiti),
- la transizione a un’Ape Sociale al femminile, che consentirebbe alle donne di ritirarsi tra i 60 e i 61 anni con 35 anni di contributi.
Tuttavia, sembra che si stia ora esaminando anche l’opzione di Quota 84, che prevederebbe l’anticipo dell’accesso alla pensione solo per coloro che accettano il ricalcolo contributivo dell’assegno.
Quota 84 si basa sull’opzione contributiva per il pensionamento anticipato, che è attualmente disponibile solo per coloro che hanno versato contributi esclusivamente dopo il 1° gennaio 1996 o che hanno contributi nella Gestione Separata. Questa opzione permette di smettere di lavorare con 3 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia, pur mantenendo gli stessi contributi. Significa avere 64 anni di età e 20 anni di contributi per andare in pensione, con l’ulteriore requisito di aver garantito un assegno pensionistico sufficiente per vivere, pari ad almeno 2,8 volte il valore dell’assegno sociale. Ad esempio, nel 2023, coloro che hanno almeno 64 anni e 20 anni di contributi con un assegno annuo di almeno 18.319,02 euro possono accedere a questa opzione.
Quali sono i requisiti per accedere a Quota 84?
Quota 84 prende il suo nome dalla somma dell’età anagrafica (64 anni) e dei contributi previdenziali (20 anni). Tuttavia, ci sono alcune differenze rispetto all’opzione contributiva per il pensionamento anticipato:
- L’accesso sarebbe consentito a tutte le donne, anche a quelle che hanno accumulato contributi entro il 31 dicembre 1995. Tuttavia, queste ultime dovrebbero accettare un ricalcolo contributivo completo dell’assegno, il che potrebbe comportare una riduzione dell’assegno tra il 20% e il 30%.
- Il requisito economico sarebbe meno restrittivo rispetto alle attuali norme, richiedendo un assegno pensionistico di almeno 2 o 2,5 volte il valore dell’assegno sociale. Ad esempio, con valori aggiornati al 2023, sarebbe sufficiente un assegno di 13.085,02 euro (2 volte l’assegno sociale) o al massimo di 16.356,27 euro (2,5 volte).
Tuttavia, è importante notare che questa è solo un’ipotesi in fase di studio e che la sua inclusione nella legge di Bilancio 2024 dipenderà dalle risorse disponibili, dato che il budget per le pensioni è limitato e verrà in gran parte utilizzato per ridurre l’accesso a Quota 103 rispetto alle previsioni iniziali.