Gli USA sono scossi da una nuova sparatoria all’interno di un’università, la Morgan State University di Baltimora. Al momento non sono giunte notizie riguardo a possibili vittime, le autorità hanno riportato solo quattro feriti che non appaiono in gravi condizioni. Tuttavia, la polizia ha usato i propri canali social per invitare gli studenti dell’università a rimanere nei dormitori e ha richiesto ai genitori di non presentarsi al campus, così da poter svolgere i primi sopralluoghi per capire meglio la dinamica e le motivazioni del gesto.

USA, sparatoria a Baltimora: i colpi durante le celebrazioni per il re e la reginetta del ballo

Al momento le notizie in mano alle inquirenti sono pochissime e non è chiaro se il pericolo sia completamente rientrato, ancora meno le informazioni date agli organi preposti, ancora fermi alla situazione di “sparatoria in corso”. Un dettaglio in più stato fornito da Ryan Dorsey, che su X ha dichiarato come i tiratori intenti a colpire la folla potrebbero essere in tutto tre. Tuttavia, al momento, non è stata fatta alcuna dichiarazione riguardo possibili arrestati.

La sparatoria sembra essere avvenuta nel momento di celebrazione per la nomina del re e della reginetta del ballo, tipica tradizione statunitense all’interno delle feste universitarie. La Morgan State University conta al suo interno circa 9000 studenti e la sede a Baltimora risale al lontano 1917, anno che però non coincide con la fondazione dell’università, arrivata 50 anni prima, nel 1867.

Stati Uniti, sparatoria in università: numeri in aumento

Il tema delle sparatorie all’interno degli Stati Uniti rappresenta una questione di difficile soluzione, connessa alla possibilità di acquistare liberamente un’arma in tutto il paese, con poche eccezioni. Una stretta in tal senso ha sempre sollevato un muro da parte soprattutto dei Repubblicani, il partito più conservatore, ma di certo non gli unici favorevoli alla circolazione delle armi.

Lo è senza dubbio Donald Trump, che ha anzi parlato della possibilità di armare il corpo insegnanti per tentare di limitare il numero delle sparatorie interne agli istituti scolastici. Nello scorso aprile, già in piena campagna elettorale per le prossime presidenziali (dato in vantaggio secondo i sondaggi) ha ribadito come non si tratti di un problema di armi ma di salute mentale:

“Che qualsiasi psicotico sappia che nell’arco di secondi, non di minuti, interverrà chi di dovere rispondendo al fuoco e sarà ucciso. Per questo autorizzerò subito incentivi economici perché qualsiasi insegnante possa accedere a corsi di addestramento sull’uso di armi.”

A prescindere da quale potrebbe essere la soluzione, i dati riguardo a sparatorie interne alle scuole, che si tratti di campus universitari o meno, sono allarmanti. Tre morti e cinque feriti è stato il bilancio della sparatoria avvenuta all’interno dell’Università del Michigan. Una manciata di mesi più tardi il teatro è stato il campus universitario a Richmond, in Virginia, con due vittime. Allargando il riferimento a tutto il territorio statunitense, nel solo mese di gennaio 2023 si sono registrate 39 sparatorie di massa, siglando un triste record della recente storia del paese.

Secondo i dati raccolti dal Gun Violence Archive la maglia nera va al 2021, anno in cui si raggiunse il triste record di 690 sparatorie di massa in tutti e 44 gli stati del paese. L’anno scorso, invece, si registrò un leggero calo ma i numeri rimasero in ogni caso allarmanti, ben 647, ben oltre una sparatoria al giorno.