40 anni, autista di professione: chi era Alberto Rizzotto, l’uomo che ieri si trovava alla guida del bus precipitato dal cavalcavia a Mestre. Il suo nome figura tra quello delle oltre 20 persone morte nell’incidente. Oggi per ricordarle il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha proclamato una giornata di lutto cittadino.
Chi era Alberto Rizzotto, il conducente del bus precipitato a Mestre
Originario di Tezza di Piave, in provincia di Treviso, da anni Alberto Rizzotto lavorava come autista. Era dipendente della Martini Bus, la ditta che avrebbe noleggiato alla società “Linea” il bus che nella serata di ieri, 3 ottobre, è precipitato da un cavalcavia, prendendo fuoco e portando alla morte di 21 persone a Mestre, vicino Venezia.
C’era lui alla guida del mezzo: secondo i colleghi era “esperto”, avendo alle spalle almeno 6-7 anni di guida; l’ipotesi è che sia stato colpito da un malore improvviso, perdendo il controllo dell’autobus che, dopo aver superato il cavalcavia, sarebbe precipitato nel vuoto. L’incendio sarebbe partito dalle batterie del mezzo, elettrico e non a metano, come era emerso in un primo momento.
Secondo i testimoni viaggiava a velocità moderata. Avrebbe dovuto riaccompagnare i turisti nel campeggio di cui erano ospiti, a Maghera. Sembra che solo in 16 avessero prenotato la corsa: la sfortuna ha voluto che alla fine sul bus siano salite più persone, di cui molte rimaste ferite. Una tragedia, che ha sconvolto la comunità veneziana e i colleghi di Rizzotto, che ora, sui social, lo ricordano e si dicono “fieri” di lui.
L’ultimo post sui social prima della tragedia
Sembra che il 40enne avesse preso servizio da circa 90 minuti. Poco prima della strage sul suo account Facebook aveva pubblicato un post in cui scriveva: “Shuttle to Venice” (navetta per Venezia). Dopo la notizia dell’incidente in molti avevano provato a mettersi in contatto con lui, chiedendogli di far avere loro sue notizie.
Purtroppo alla fine il suo nome figura tra quello delle vittime. E i messaggi dei suoi amici non hanno mai trovato risposta, fino al riconoscimento ufficiale del corpo. Il sindaco di Venazza, Giovanni Zanon, lo ricorda come
un ragazzo tranquillo, come la sua famiglia. Da un po’ non lo vedo in giro – ha detto – viaggia molto, proprio domenica ero a pranzo assieme ai genitori con la Proloco.
La notizia l’ha lasciato attonito. Come attonito è anche il sindaco di Venezia, che per oggi, 4 ottobre, ha già proclamato il lutto cittadino. Ieri sera, una volta ricevuto l’allarme, era stato tra i primi ad arrivare sul posto, riferendo ai microfoni dei giornalisti di essersi trovato davanti una scena da “apocalisse”. Con lui c’erano carabinieri, sanitari del 118 e vigili del fuoco.
Tutti si sarebbero adoperati per estrarre i corpi dalle lamiere: un’operazione lunga e particolarmente difficile, che per ore ha richiesto la chiusura del tratto stradale interessato. Da poco è stato riaperto al traffico e il bus precipitato è stato sequestrato per tutti gli accertamenti del caso. Per fare luce sulla vicenda, infatti, la Procura veneziana ha aperto un fascicolo d’inchiesta.
Le ipotesi sulle cause dell’incidente
Fondamentale sarà l’analisi di alcuni video registrati dalle telecamere di sorveglianza del viadotto, che potrebbe aver ripreso il momento dell’impatto. Se non si esclude che Rizzotto possa essersi sentito male (meno probabile un colpo di sonno), non si esclude neanche che il bus su cui era alla guida abbia compiuto una manovra azzardata o che nell’incidente possa essere coinvolto un altro mezzo, forse un’auto pirata.
Mentre si indaga, procede l’identificazione delle vittime, di cui tante ucraine, ma anche francesi e tedesche. Qui gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda e le immagini shock degli attimi successivi alla strage: Cosa è successo a Mestre? Tra i 21 morti anche due bambini, 15 i feriti. Ipotesi malore del conducente | FOTO e VIDEO.