Dopo un quarto di secolo di scorribande, arte e provocazione in giro per il mondo, la vera identità di Bansky sta per essere svelata? Pare proprio che uno degli elementi che ha reso questo sfuggente artista un’icona dell’arte contemporanea di strada stia per svanire nel nulla, o meglio, stia per dissolversi nell’aula di un tribunale.
La vera identità di Bansky sarà svelata in un’aula di tribunale?
Così almeno sostiene uno scoop del Daily Mail di questa mattina, che sarebbe arrivato a tagliare un traguardo tentato, ma mai raggiunto, da molti e molti altri: scoprire la vera identità di Bansky l’artista più iconico della street art mondiale.
Ma vediamo su quali basi il tabloid pensa di avere la certezza di sapere chi si cela davvero sotto le celate sembianze dell’eroe di tutti i graffitari della terra.
A svelare in esclusiva la (finora) misteriosa identità di Bansky è il giornalista Richard Eden che ha rivelato che Bansky è stato convocato in tribunale come co-imputato in una causa per diffamazione. E se c’è una causa e un imputato, devono esserci anche delle generalità di quest’ultimo e infatti è proprio così che il reporter sarebbe risalito al provocatorio e geniale street artist, che al secolo si chiamerebbe Robin Gunningham, un signore di 53 anni nato a Bristol e, particolare che si è sentito di sottolineare, educato nelle public school. Il signor Gunningham è l’imputato principale di un processo intentato contro di lui, sempre secondo quanto scrive il giornale, a seguito di una denuncia per diffamazione sporta da tale Andrew Gallagher, un eccentrico imprenditore noto negli anni 90 come organizzatore di gloriosi rave party e poi in seguito riciclatosi nel mercato delle opere d’arte, anzi no dei graffiti e della street art, il regno su cui domina assoluto l’eroe mascherato Bansky.
Insieme a Robin Gunningham, nella stessa causa per diffamazione, Andrew Gallagher ha figurativamente trascinato in tribunale anche la società fondata dall’artista, la Pets Control Ltd, descritta nell’articolo come la società attraverso cui viene venduta la preziosa arte del geniale graffitista, prodotta “dall’oggi al domani e senza essere vista, con l’uso di uno stencil, e che ora adorna i lati di case e muri fatiscenti non solo a Bristol e Londra, ma ovunque, dalla Cisgiordania a Detroit”.
Sarà una querela a svelare al mondo chi è Bansky il misterioso e dissacrante street artist?
Ma Robin Gunningham è davvero la vera identità di Bansky? Davvero scopriremo uno dei più grandi e furbissimi misteri dell’arte contemporanea grazie a una banale lite risolta in un’aula dell’Alta Corte dì Inghilterra? Il dubbio c’è, visto che parliamo di un personaggio davvero avvolto da un velo di mistero sapientemente filato e alimentato. E parliamo anche di un personaggio con uno spiccatissimo gusto per la provocazione, la trovata teatrale, la mediaticità, tutti elementi che lo hanno reso un artista di culto, ammirato tanto per le sue dissacranti opere sparse qua e la per le strade e gli edifici di ogni angolo del mondo, quanto per la sua capacità di costruire intorno a se stesso una storia altrettanto affascinante e ‘vendibile’. Una storia che, davanti al signor Gunningham 53enne di Bristol potrebbe perdere tutta la sua potenza.
Quel che è certo è che i tabloid inglesi sono da molti anni a caccia della vera identità di Bansky, e il nome che oggi viene rilanciato con tanta convinzione dalle pagine del Daily Maily, era già stato tirato fuori nell’ormai lontano 2007 dalla versione domenicale Mail on Sunday che alla questione “chi è davvero Bansky?” dedicò pagine di inchiesta che portarono anche allora al signor Gunningham.
Ora sarà addirittura la giustizia ordinaria, in modo indiretto, a fare luce sulla questione e a smascherare Mr Bansky/ Gunningham? Staremo a vedere, ma di certo i tantissimi fan dello street artist preferiscono immaginarlo come sempre: una sorta di fantasma anarchico che appare all’improvviso per sottolineare con il proprio graffio tante incongruenze, vizi e ingiustizie della società che abitiamo, per poi scomparire di nuovo nel buio (o sprofondare in una poltrona davanti alla tv in una casa di Bristol chissà), fino alla prossima geniale impresa.