Un’indagine del Washington Post consegna alla cronaca statunitense uno scenario preoccupante. Sembra che l’aspettativa di vita dei cittadini statunitensi sia in crollo da qualche anno. Tanti i fattori che contribuiscono a questo problema dall’abuso di droghe fino alla violenza armata dilagante.
L’aspettativa di vita degli statunitensi è in calo
Nel 1900 l’aspettativa di vita negli Usa arrivava a 47 anni e nel giro di un secolo questa età è quasi raddoppiata. Le scoperte scientifiche ed il benessere hanno dato la possibilità a tantissime persone di vivere un’esistenza molto più lunga dei loro nonni, una stima che sembrava destinata a crescere qualche anno fa portando l’aspettativa di vita ad 80 anni ma all’improvviso si è verificata una brusca inversione del trend.
Perché negli Usa si vive di meno?
L’allarme arriva da un’inchiesta del Washington Post che ha analizzato i dati demografici nazionali giungendo alla conclusione che il trend si è invertito per alcuni fattori specifici. Anzitutto le malattie croniche che colpiscono sempre più statunitensi, l’abuso di droghe in alcuni casi ed il dilagare della violenza armata sono solo alcune delle cause di una vita più breve. Il picco dell’aspettativa di vita è stato 78.4 anni nel 2014, secondo l’inchiesta la pandemia del 2020 ha giocato un ruolo fondamentale nell’abbassamento dell’età.
L’analisi sulle contee
L’impronta geografica della morte prematura è vasta secondo l’inchiesta: in un quarto delle contee del paese, soprattutto nel sud e nel Midwest, le persone in età lavorativa muoiono a un tasso più elevato rispetto a 40 anni fa. Preoccupa anche la situazione sulla costa est. Ad aggravare il fenomeno sono anche le divisioni politiche, razziali ed economiche del Paese: secondo l’inchiesta l’abbassamento dell’aspettativa di vita coinvolge anche il sistema sanitario statunitense specchio di una cultura “affoga o nuota“.