Da circa tre settimane Paul Pogba è sospeso in un limbo. Lo scorso 11 settembre è arrivata la notizia che ha cambiato definitivamente il corso della sua carriera. Settimane di riflessione, delusione e silenzio, ma adesso il centrocampista della Juventus, preventivamente sospeso dal Tribunale Antidoping a seguito della positività rilevata al testosterone, sostanza vietata da anni in Italia, ha iniziato il conto alla rovescia. Giovedì sono in programma le controanalisi del campione di urina prelevato nel post partita della prima sfida di campionato contro l’Udinese, lo scorso 20 agosto. Ecco cosa prevede l’iter da questo momento in poi.
Caso Pogba: le controanalisi
24 giorni di silenzio, ma il giorno della verità si sta avvicinando a grandi falcate. Dall’11 settembre la vita e la carriera di Paul Pogba sono cambiate in maniera inaspettata. Il destino del centrocampista francese, e di conseguenza quello della Juventus, sono legate indissolubilmente al campione B di urina che sarà analizzato nella giornata di giovedì. Il calciatore è risultato positivo al testosterone, nel corso delle analisi effettuate nel post partita della prima giornata di campionato. La gara in questione era quella tra Juventus e Udinese, vinta per 3 a 0 dai bianconeri, a cui Pogba non ha neanche preso parte. Ma questo non conta. Conta il risultato del test e la presenza di sostanze dopanti, in questo caso di testosterone, rivelata dalle analisi effettuate.
In attesa delle risposte delle controanalisi, che saranno effettuate nella giornata di giovedì 5 ottobre e che saranno pressoché immediate, il Tribunale Antidoping ha sospeso in vai cautelare il calciatore. Il test sul campione B potrà confermare o ribaltare la situazione. Gli esperti però non hanno dubbi che nulla potrà cambiare. D’altronde non succede praticamente mai che ci sia un errore. Pogba infatti ha valutato attentamente, insieme al suo entourage e ai suoi legali, se fare o meno richiesta di controanalisi. Patteggiare potrebbe essere la sua unica possibilità per evitare di dover chiudere la carriera in questo modo.
Il perito di parte
Alle controanalisi di giovedì sarà presente un perito di parte, nominato dallo staff del calciatore, che assisterà dall’inizio alla fine al test. L’atleta in questo modo, tramite l’inserimento di un esperto, potrà controllare ed essere sicuro della bontà della procedura. È questa l’unica differenza rispetto a quanto fatto nel corso delle prime analisi. L’esecuzione delle analisi però resta esattamente la stessa.
Le controanalisi sono previste nel regolamento, ma Pogba avrebbe anche potuto evitare di richiederle. Resta comunque un suo diritto di cui ha scelto di avvalersi. Di fatto nel momento in cui viene effettuato il test, l’urina viene divisa in due campioni e ne viene analizzato uno soltanto. In caso di positività e di conseguente richiesta di conferma, viene utilizzato il campione B. Difficile ipotizzare però che possa dare un risultato diverso.
L’aspetto giuridico
In caso di positività conclamata, sarà poi la Procura antidoping del Coni a prendersi carico di tutte le indagini che daranno il via al percorso giuridico. L’iter dunque prevede prima il verdetto delle controanalisi, e poi l’apertura della seconda fase. È in quell’occasione che Pogba sarà chiamato per essere interrogato e verranno ascoltate le sue ragioni.
Il calciatore ha già fatto sapere di essere in assoluta buona fede. Resta in piedi l’ipotesi degli integratori arrivati dall’America. Il centrocampista della Juventus spera di non incorrere in una lunga squalifica, ma i tempi per la sentenza comunque non saranno brevi. Pogba rischia fino a 4 anni di stop, ed è per questo che resta in piedi anche la possibilità del patteggiamento. Quel che è certo è che per ora lo staff medico della Vecchia Signora non rischia assolutamente nulla essendo considerato estraneo ai fatti.
Sullo sfondo c’è ancora la Juventus che aspetta paziente. Se le controanalisi di giovedì dovessero confermare la positività, il club avrebbe la facoltà di rescindere il contratto con il calciatore.