Il Re Felipe VI ha incaricato il primo ministro socialista Pedro Sánchez di cercare di formare un nuovo governo dopo un giro di colloqui con i leader di partito, il tutto per provare a formare una colazione in Parlamento.

Ad annunciarlo la presidente della Camera Francina Armengol, convocata dal re dopo due giorni di consultazione, con conferma successiva dello stesso Sancez.

Sono onorato e molto consapevole dell’enorme responsabilità che ho davanti all’intera società spagnola”, ha detto, auspicando di riuscire a creare un “governo progressista” che possa durare quattro anni.

Il capo del Partito Popolare, Alberto Núñez Feijóo, aveva mancato di quattro voti l’obiettivo maggioranza dopo l’incarico ricevuto dal re. Sánchez nei suoi cinque anni di governo ha promosso politiche all’avanguardia su diritti di genere e cambiamento climatico, ed ha annunciato che avrà un colloquio con tutti i partiti tranne quello di estrema destra, Vox. Se entro il 27 novembre non sarà formato un nuovo governo allora il 14 gennaio 2024 ci saranno nuove elzioni.

La chiave per il successo di Sànchez

Il successo per Sànchez passa per gli indipendentisti catalani, che hanno chiesto come moneta di scambio l’amnistia per per i militanti che hanno avuto problemi dopo la tentata secessione del 2017, oltre che ha un referendum sull’indipendenza, punto sul quale ci sarà da discutere, come per voce dello stesso Sànchez.

Chi difende l’unità del paese è contro il conflitto politico, è per la convivenza. Bisogna riavvicinare i catalani dal resto della Spagna. Questa è l’ora dell’impegno, della generosità e della politica per creare un governo stabile: lancio un appello a tutte le forze politiche

Mentre per l’amnistia ha dichiarato che farà “tutto sempre nel perimetro della Costituzione, ci saranno trattative trasparenti”. Già sul piede della contestazione Partito Popolare e Vox, che hanno detto si opporranno ad entrambe le cose.

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