Piemontese di nascita, romano di adozione, ‘Rambo’, Roberto Rambaudi ha scritto la storia con il famosissimo ‘Foggia dei miracoli’, una delle squadre più spettacolari che la Serie A abbia mai visto, ma ha vissuto anni importanti anche con la maglia della Lazio. Calciatore molto tattico, ala offensiva, in biancoceleste ha disputato quattro stagioni, 109 presenze e 13 reti in campionato, ed è rimasto profondamente legato a tutto l’ambiente. Per commentare i prossimi impegni e il momento di crisi della Lazio, Rambaudi è intervenuto in esclusiva a Tag24.

Crisi Lazio, Rambaudi a Tag24

Due partite prima della sosta, due match importanti e difficili da affrontare sia dal punto di vista mentale che tattico. Domani contro il Celtic in Champions League e domenica allo stadio Olimpico contro l’Atalanta di Gianpiero Gasperini, Sarri ha ancora un paio di occasioni per cambiare le sorti di questa stagione, partita nel peggiore dei modi. 4 sconfitte in 7 giornate e 7 punti in classifica racimolati in campionato, una media impietosa e inaccettabile per il popolo biancoceleste. Nella massima competizione europea, nell’unica uscita stagionale in casa contro l’Atletico Madrid, una delle poche gioie arrivate fino a questo momento con il gol di Provedel segnato all’ultimo secondo. Lotito per ora ha confermato la fiducia nei confronti del mister, ma serve una sterzata netta, altrimenti le cose rischiano di mettersi male. Per commentare i prossimi impegni e il momento di crisi in casa Lazio, Rambaudi è intervenuto in esclusiva a Tag24.

La Lazio è in piena crisi, come se ne esce?

“Penso che la Lazio debba cambiare marcia sotto il profilo delle prestazioni altrimenti non possono arrivare i risultati. È una squadra che non ha un piano B al momento. Deve iniziare a dominare le partite, non solo in fase di non possesso e a livelli difensivo, ma deve imporre il proprio gioco. L’atteggiamento visto fino ad oggi non è da grande squadra, deve trovare più opzioni. Il problema è che la crisi dipende dalla poca continuità durante la partita stessa, sia in fase offensiva che difensiva. Il risultato positivo non può che essere una conseguenza del gioco”.

Domani la Lazio affronterà i Celtic in Champions League e domenica avrà l’Atalanta. Se qualcosa dovesse andare storto, Sarri rischia il posto?

“Beh penso di sì, ma non è una valutazione che si può fare a prescindere. Dipende dalla risposta della squadra, se è ancora con il mister oppure no. Lui è alla Lazio e qui non basta fare una bella figura, ci vuole completezza nella prestazione a 360 gradi. Se le cose non dovessero cambiare in maniera totale, è ovvio che il presidente Lotito potrebbe anche decidere di guardarsi intorno. Poi molto dipende anche dal clima che c’è all’interno dello spogliatoio e da tutto ciò che è extra campo. Sarri è un allenatore a mio avviso molto bravo sotto il profilo della preparazione tattica, ha nozioni importanti. Sotto il profilo della comunicazione invece è carente. Non so com’è con la squadra, ma a guardarlo da fuori non mi pare uno che porta serenità, anzi secondo me porta nervosismo con le sue dichiarazioni e con il suo modo di fare”.

Che cosa si è rotto rispetto alla scorsa stagione? Questa squadra sembra lontanissima da quanto aveva fatto vedere fino alla fine del campionato…

“Non sono del tutto d’accordo, la Lazio è sempre stata questa. Anche sul finale della scorsa stagione ha alternato partite fatte molto bene, ad altre in cui la squadra sembrava persa. Non lo dico io, lo dicono i numeri. La differenza la fa la fase offensiva. I biancocelesti hanno un attacco pazzesco, secondo me uno dei migliori del campionato, ma lo scorso anno segnavano e per ora ancora non riescono a trovare questa continuità di rendimento. Anche prima questa squadra proponeva poche occasioni da gol, ma le capitalizzava al massimo. Adesso invece crea poco e segna ancora meno. Ecco qual è l’unica cosa che è cambiata. In più aggiungete a questo che in difesa ci sono delle lacune evidenti e che gli avversari hanno capito perfettamente dove e come devono colpire per andare a segno. C’è da registrare qualcosa, è evidente”.

A proposito di Lazio che segna poco, iniziano ad esserci polemiche anche nei confronti di Ciro Immobile. Cosa ne pensi?

“Gli anni passano per tutti e stanno passando anche per lui. Quello che richiede Sarri è un calcio molto dispendioso che ti porta spesso a rincorrere gli avversari per poi attaccare la profondità. Ci sono momenti di calo fisico e mentale da parte di tutti i giocatori e adesso tocca a Ciro, ma lui resta una garanzia. È un giocatore straordinario, magari quest’anno non farà sessanta partite ma ne farà quaranta. Resta però il fatto che lui è la soluzione e non il problema. Dietro di lui ora c’è Castellanos che a mio avviso è un’ottima alternativa. Le polemiche si devono ricercare altrove, perché il problema non è di certo Immobile ma qualcun altro”.