Come è stata concepita la figlia di Carmen Russo e Enzo Paolo Turchi? Il 14 febbraio 2023, l’attrice Carmen Russo è diventata madre con la nascita della sua primogenita, Maria.

Come è stata concepita la figlia di Carmen Russo?

Carmen, che ha 53 anni e 4 mesi, e suo marito Enzo Paolo Turchi, di 63 anni, hanno accolto la loro figlia con grande gioia.

La piccola Maria è nata tramite fecondazione assistita all’ospedale Fatebenefratelli di Roma, con un parto cesareo programmato in coincidenza con il giorno di San Valentino.

L’annuncio della gravidanza di Carmen Russo, fatto nell’ottobre precedente, aveva suscitato notevole interesse, considerando la sua età avanzata. Tuttavia, Carmen aveva condiviso la sua felicità riguardo a questa gravidanza, sottolineando che la bambina rappresentava un dono speciale da parte di Dio. Aveva rivelato di essere nel quarto mese di gravidanza e di aver cercato a lungo di concepire, ricorrendo infine alla fecondazione assistita. Il desiderio di diventare madre era sempre stato presente in lei, e ora aveva finalmente realizzato il suo sogno.

Cos’è la fecondazione assistita?

La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), conosciuta come “fecondazione artificiale”, comprende una serie di procedure mirate ad agevolare il concepimento in situazioni in cui la gravidanza spontanea sia improbabile o estremamente difficile, o quando altre opzioni terapeutiche, come trattamenti farmacologici o chirurgici, non siano efficaci.

La PMA coinvolge varie tecniche che coinvolgono la manipolazione di ovociti, spermatozoi o embrioni al fine di favorire la gravidanza. Queste procedure sono categorizzate in tre livelli in base alla loro complessità e invasività:

  1. Tecniche di primo livello: Sono metodi semplici e poco invasivi in cui la fecondazione avviene naturalmente all’interno del corpo della donna.
  2. Tecniche di secondo e terzo livello: Queste sono più complesse e invasive e coinvolgono la fecondazione in vitro, ovvero al di fuori del corpo della donna.

La legge 40/2004 in Italia suggerisce l’uso prioritario delle opzioni terapeutiche meno invasive. Dal 2014, la Corte Costituzionale ha revocato il divieto di fecondazione eterologa (cioè l’uso di gameti da donatori esterni alla coppia), consentendo l’utilizzo di tecniche sia omologhe che eterologhe.

In Italia, il Registro Nazionale PMA, gestito dall’Istituto Superiore di Sanità, raccoglie dati sulle strutture autorizzate per la PMA, sugli embrioni formati e sui bambini nati tramite queste tecniche. Questi dati sono utilizzati per la Relazione annuale del Ministro al Parlamento, che fornisce una visione chiara delle tendenze nel tempo e promuove la trasparenza riguardo alle tecniche di PMA e ai risultati ottenuti. Il registro fornisce anche una mappa dettagliata delle strutture autorizzate in ogni regione italiana.

Oltre alle condizioni patologiche che possono influenzare negativamente la fertilità maschile e femminile, l’età della donna è un fattore determinante che riduce notevolmente le possibilità di successo delle tecniche di PMA. Le evidenze scientifiche indicano che la fertilità femminile inizia a diminuire gradualmente intorno ai 32 anni, con un declino più marcato dopo i 37 anni, fino a diventare molto bassa prima della menopausa, che di solito inizia intorno ai 50 anni.

Nonostante le sfide legate all’età, le tecniche di PMA offrono opportunità di procreazione anche per coloro che, fino a poco tempo fa, ritenevano di non poter avere figli. Tuttavia, è importante notare che le possibilità di successo, specialmente oltre i 40 anni, rimangono limitate.