In merito alle ultime vicende dello stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore, abbiamo intervistato Mario Garagnani, referente dell’automotive della Fiom-Cgil di Bologna.
L’azienda Magneti Marelli ha annunciato la chiusura del suo stabilimento di Crevalcore, notizia che naturalmente non è stata presa molto bene dagli operai della ditta, sono circa 229 le persone che rischiano di trovarsi dal giorno alla notte in mezzo ad una strada.
I sindacati si sono immediatamente mobilitati in merito alla situazione, poiché la multinazionale continua ad essere intenzionata a voler chiudere definitivamente la fabbrica.
Immediato è stato lo sciopero dei lavoratori, che hanno smesso di adempiere alle loro funzioni lavorative per restare fuori dalla struttura tutta la notte.
Magneti Marelli si è impegnata ad ascoltare gli operai e le loro motivazioni ma continua il pugno duro sulla scelta di chiudere l’azienda di Crevalcore, e gli operai durante il presidio hanno rifiutato e chiuso ogni forma di comunicazione con il leader di Azione, Carlo Calenda, giunto sul posto.
Oggi si terrà un incontro al Ministero delle Imprese per discutere il futuro degli operai.
Magneti Marelli Crevalcore chiude, Garagnani: “Gli operai non sono disponibili ad entrare in polemiche sterili ma a risolvere il problema quanto prima”
D. Come si sentono gli operai in merito a questa scelta di chiudere l’azienda di Crevalcore?
R. “Gli operai sono preoccupati in merito al loro futuro, perché l’azienda ha annunciato la volontà di chiudere lo stabilimento. I lavoratori hanno richiesto di ritirare la procedura di intenzione di chiusura dello stabilimento e adesso siamo in viaggio verso il Ministero per l’incontro delle 14:30.
Gli operai negano qualsiasi forma di comunicazione con Calenda
D. Perché gli operai non hanno voluto comunicare con Calenda?
R. “Gli operai non hanno preso molto bene una vertenza seguita costantemente da 12 anni a questa parte, dall’organizzazione Fiom, che è stata criticata ma senza ricevere alcuna informazione in merito.
D. Gli operai però hanno dato disponibilità ad aprire una comunicazione con altri politici, come ad esempio Elly Schlein, come mai?
R. “Perché al momento la Schlein, come altri politici e associazioni, hanno sostenuto la vertenza e la battaglia che stanno facendo i lavoratori, e non sono più pronti ad entrare in polemiche e politiche sterili, tutti ora devono essere compatti per risolvere il problema.
Gli operai di Crevalcore: mariti, mogli e persone con necessità di lavorare
D. Chi sono gli operai di Crevalcore?
R. Le famiglie sono 229 tra lavoratrici e lavoratori e all’interno ci sono una decina di coppie che lavorano, mariti e mogli, l’azienda è collocata in un territorio della Pianura Padana, lo stabilimento è il più grande del comune di Crevalcore.
D. Come vede in Italia le politiche industriali?
R. Il tema è una mancanza di politiche industriali che secondo noi stanno andando avanti da parecchio tempo, nel senso che noi abbiamo anche scioperato il 7 di luglio unitariamente, a livello nazionale per chiedere vengano attuate delle giuste politiche industriali per attraversare la transizione ecologica e digitale. Noi sosteniamo che a differenza di ciò che accadere nel resto del mondo, quindi ci sia un ritardo “Colpevole” sia della multinazionale che da parte del governo sull’affrontare la transizione con strumenti adeguati.