Di quella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1925 resta traccia nel libro di Vasco Pratolini, “Cronache di poveri amanti” ma è anche scolpita nella memoria collettiva di Firenze. E’ ricordata come la Notte di San Bartolomeo, quando vennero assaltate le case di antifascisti e uccisi il massone Giovanni Becciolini, l’ex deputato socialista e mutilato di guerra Gaetano Pilati e l’avvocato Gustavo Console.

Assalti e uccisioni nelle strade di Firenze

“Chi stava a Firenze in quei giorni – scrisse trent’anni dopo Gaetano Salvemini – attesta che le strade centrali delle città furono sgombrate a colpi di manganello; i caffè chiusi, i teatri invasi, le rappresentazioni sospese. Gli studi di tredici avvocati e di un ragioniere, una sartoria e sette botteghe furono messi a sacco nel centro di Firenze; i mobili gettati nelle strade e dati al fuoco: dalle colline intorno a Firenze si vedevano levarsi colonne di fumo. Questo a poca distanza dalla prefettura, dalla questura e dal comando dei carabinieri.

I tutori dell’ordine brillarono sempre per la loro assenza”. Tra gli assassinati è eroico il comportamento di Giovanni Becciolini che per difendere l’anziano maestro venerabile Napoleone Bandinelli, suo vicino di casa, si precipitò nell’abitazione per consentirgli di fuggire. Furono anni drammatici per la massoneria del Grande Oriente d’Italia per i continui assalti alle sedi e agli uomini. E proprio nel settembre del 1925 si svolse a Roma, a Palazzo Giustiniani, l’ultima gran loggia, la riunione annuale. Poi il buio.

Stefano Bisi