I recenti terremoti nel napoletano hanno fatto scattare l’allarme in relazione ad una possibile attività vulcanica nei Campi Flegrei. Andiamo a scoprire cosa prevede il Piano Nazionale della Protezione Civile in questo specifico caso.

Piano Nazionale Campi Flegrei, cosa prevede?

La situazione dei Campi Flegrei preoccupa sempre di più, la popolazione e le Istituzioni.

La Protezione Civile ha di fatto indicato delle norme di comportamento e dei passaggi che prevedono l’intervento dello stesso organo, per bloccare quanto più possibile l’emergenza, visto il rischio eruzione.

A preoccupare maggiormente sono “i flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone” come cita il sito ufficiale della Protezione Civile.

Si prospetta che si debbano evacuare circa 500.000 abitanti, individuati principalmente nei quartieri classificati come “zona rossa” e che comprendono i quartieri di:

  • Marano
  • Pozzuoli
  • Giuliano
  • Quarto
  • Bacoli
  • Monte di Procida
  • Napoli Pianura
  • Bagnoli
  • Posillipo
  • Fuorigrotta
  • Chiaia
  • Soccavo
  • Vomero
  • Arenella
  • Chiaiano

Per quanto riguarda la zona gialla se ne contano invece circa 800 mila, nei più famosi quartieri di Napoli, compresi anche alcuni comuni, tra cui:

  • Calvizzano
  • Mugnano di Napoli
  • Melito di Napoli
  • Villaricca
  • Marano di Napoli
  • Casavatore

Qui si rischia altamente di finire sotto a quella che viene definita la caduta delle ceneri vulcaniche.

Leggi qui per approfondire il piano di evacuazione in caso di eruzione ai Campi Flegrei

Il sistema di allerta

Esattamente come i terremoti, i Vulcani hanno una scala di pericolosità che viene ridefinita secondo i vari colori che contraddistinguono le zone più ad alto rischio.

Il sistema di allerta definito dal Dipartimento della Protezione Civile prevede quattro livelli: verdegiallo (“attenzione”), arancione (“pre-allarme”), rosso (“allarme”).

Le previsioni non possono essere certe, ma dal momento dell’allerta è possibile che allo stato d’allarme si debba rispondere entro e non oltre le 72 h, tempo previsto per il piano d’azione. Impossibile prevederne i danni ma quello che si cerca di fare è quanto più possibile limitare una situazione che rischia di diventare tragica, preservando quanto più possibile la rinomata terra campana.

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