Cosa succederebbe se esplodessero i Campi Flegrei? I recenti terremoti in Campania hanno destato preoccupazione in relazione al supervulcano dei Campi Flegrei. Un team di esperti provenienti dall’University College London (UCL) e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha condotto uno studio che ha evidenziato un indebolimento della caldera, attribuibile al sollevamento graduale del terreno causato dal bradisismo. Tuttavia, è importante sottolineare che non c’è attualmente un pericolo immediato, ma la ricerca riveste un ruolo cruciale nella prevenzione di futuri eventi catastrofici.

Cosa succederebbe se esplodessero i Campi Flegrei?

I Campi Flegrei costituiscono un’ampia area vulcanica situata nella regione della Campania, famosa per la sua attività vulcanica passata e per la presenza di caldere. Data la densa popolazione della zona, qualsiasi attività vulcanica suscita un grande interesse e preoccupazione.

La caldera di Napoli, la più vasta tra quelle presenti nei Campi Flegrei, ha un diametro di circa 13 chilometri ed è il risultato di eruzioni vulcaniche passate che hanno provocato il collasso della superficie terrestre.

Il terremoto avvertito recentemente a Napoli è stato un campanello d’allarme a causa dell’indebolimento della caldera, attribuito al bradisismo, un fenomeno in cui il terreno si solleva o abbassa a causa delle variazioni delle acque sotterranee. Questo cambiamento nella struttura geologica ha alterato la risposta della crosta terrestre, passando da un comportamento “elastico” a uno “anelastico”, il che significa che futuri movimenti potrebbero innescare terremoti e persino tsunami.

Conseguenze dell’eruzione del Supervulcano

Le potenziali conseguenze di un’eruzione del supervulcano sarebbero devastanti. Le eruzioni potrebbero generare grandi quantità di cenere vulcanica, che potrebbe coprire vaste aree, causando danni alle coltivazioni e all’ambiente. Flussi piroclastici, costituiti da gas caldi e cenere, potrebbero scorrere lungo le pendici del vulcano distruggendo tutto ciò che incontrano. Inoltre, il cambiamento nella crosta terrestre potrebbe provocare tsunami che colpirebbero le coste circostanti, con il rilascio di gas tossici come il biossido di zolfo durante l’eruzione, con conseguenze dannose per la salute umana e l’ambiente.

La ricerca svolge un ruolo cruciale in questo contesto. Va ribadito che, al momento, non esiste un pericolo immediato, ma le informazioni raccolte dagli esperti sono essenziali per la preparazione e la prevenzione di futuri eventi. Questi dati contribuiranno all’aggiornamento del Piano di Emergenza Nazionale, garantendo che le autorità siano pronte a reagire in caso di eruzione.

Il supervulcano dei Campi Flegrei rappresenta un’area vulcanica di grande rilevanza che richiede un monitoraggio costante da parte degli esperti. La scienza e la preparazione sono fondamentali per affrontare le sfide che possono emergere da fenomeni geologici come questo supervulcano, al fine di mitigare i danni e proteggere le vite umane.

Il piano di evacuazione

In caso di un evento sismico, si adotta un piano suddiviso in fasi di preallarme, allarme e gestione successiva. La fase di preallarme consente alle persone di evacuare autonomamente le proprie abitazioni per trovare rifugio altrove. La seconda fase, quella dell’allarme, comporta l’evacuazione di tutta la popolazione dalla cosiddetta “zona rossa”, sia in modo autonomo che con assistenza.

Il tempo massimo per l’allontanamento in caso di sisma è stimato in tre giorni. Le prime 12 ore sono dedicate alla preparazione delle persone e alla pianificazione delle misure necessarie per regolare il traffico. Le successive 48 ore prevedono la partenza graduale dei cittadini dalla zona rossa, seguendo un piano predefinito stabilito nei piani comunali.

Le restanti 12 ore costituiscono una sorta di margine di sicurezza per affrontare eventuali situazioni critiche e consentire anche l’allontanamento degli operatori della Protezione Civile. In un incontro informativo a Pozzuoli, il direttore generale della Protezione Civile della Regione Campania, Italo Giulivo, ha annunciato la programmazione di incontri con i Comuni al fine di fornire supporto nella revisione adeguata dei piani, considerando i cambiamenti infrastrutturali e stradali nei rispettivi territori.