Allegri e pimpanti, ma anche con qualche precisazione da fare, per suggerire come vivere meglio tra loro, con i loro nipoti e in un’epoca che va sempre troppo veloce. I nonni italiani del 2023 sono tanti e colorati. Anche arrabbiati, ma armati della giusta ironia con cui esprimere quella rabbia. A rappresentarli tutti è un gruppo nutrito e riunito in Piazza del Popolo, a Roma, dalla Fondazione Longevitas, in occasione della Festa dei Nonni.
Festa dei Nonni 2023, le voci da Piazza del Popolo: “Aumentate le pensioni, siamo importanti!”
Due passeggiate intergenerazionali nelle piazze e nei centri storici di Roma e Napoli – raccontano dalla Fondazione Longevitas – hanno unito nonni e rappresentanze dei centri anziani delle due città in un momento di grande aggregazione, convivialità e socialità pubblica.
Nei racconti consegnati al microfono di Thomas Cardinali, poi, prendono forma tante sfumature e anche tanta voglia di crescere e stare bene con i propri nipoti.
“Io ne ho sei, quattro maschi e due femmine – informa una signora – Prima giocavano con me, adesso li rivedo solo in occasione dei pranzi. Il primo ha 29 anni… Volevano passare da me oggi, ma io gli ho detto: ‘Voglio andare a Piazza del Popolo'”.
“Aiutate i nonni e migliorate scuole materne e asili nido!”
“Ho due nipoti di 3 e 4 anni e mi tengo in forma – la testimonianza di un bel signore atletico – I nonni devono essere aiutati, ma le scuole materne e gli asili nido dovrebbero funzionare meglio. Perché spesso siamo proprio a noi a svolgere quell’attività”.
Le nuove generazioni hanno tanto da imparare ed è per questo, ha voluto aggiungere un altro nonno, che “dovremmo essere facilitati a collaborare con i giovani. È rimasta l’idea del centro anziani ed è sbagliata. Gli anziani devono poter insegnare cose ai giovani”.
“Siamo una colonna – ha aggiunto un altro dei tanti presenti a Piazza del Popolo – I nonni sono la colonna. Aumentate le pensioni! I pensionati non hanno una lira e pagano le tasse. Nel frattempo, intorno a noi, il costo della vita è raddoppiato e quindi quelle pensioni si sono dimezzate”.
Bimbi e adolescenti della cosiddetta “generazione Z” (e chissà quante altre lettere ancora) vivono meglio coi nonni se non sono divisi da troppi chilometri. “Le mie vivono lontane ma, a 16 e 13 anni, quando vengono a trovarmi, mi fanno drizzare i capelli“, ci smentisce una signora. Un’altra rivela: “Non sono una nonna”, ma è comunque lì a Piazza del Popolo. Un punto d’incontro e di voci tutte da sentire.
Intervista a Eleonora Selvi della Fondazione Longevitas.