Pietro Paolo Portolesi, 52enne in passato condannato per associazione mafiosa, ha subito il sequestro di 6 milioni di euro da parte della Dia: aveva affidato alcune sue aziende a dei prestanome, in modo da aggirare le disposizioni antimafia. A Portolesi è stato anche contestato l’aver fatto partecipare queste aziende negli appalti per lavori a Buccinasco, all’Ortomercato e per la tangenziale di Novara, generando guadagni illeciti a favore della ‘Ndrangheta.

Chi è Pietro Paolo Portolesi ed il sequestro di 6 milioni di euro a Milano da parte della Dia

Continuano le operazioni della Dia contro la criminalità organizzata, che ha espanso le proprie mire e i propri affari anche al nord Italia. Ormai la ‘Ndrangheta considera l’inserirsi negli appalti pubblici (e nell'”aiutare” gli imprenditori locali) un mezzo come un altro per fare affari ed acquisire capitale sociale. Un’operazione simile si è avuta a Milano, dove la Dia ha arrestato Pietro Paolo Portesi, ex esponente della criminalità organizzata di Platì (Reggio Calabria), e gli ha sequestrato oggi 6 milioni di euro.

Portolesi aveva creato una serie di società poi affidate a suoi prestanome, i quali poi le facevano partecipare a degli appalti pubblici per lavori sulla tangenziale di Novara, all’Ortomercato e a Buccinasco (cioè a Milano). In tal modo Portesi evitava il sequestro delle società secondo le vigenti norme antimafia. Le indagini hanno individuato 4 aziende (con un fabbricato, terreni, conti correnti e 30 automezzi tra auto, rimorchi e trattori) e 3 immobili, intestati a terzi ma in realtà nella disponibilità dell’uomo.

Le società coinvolte nel sequestro lavoravano anche allo Scalo Romano, bonificando le infrastrutture ferroviarie da smantellare per la realizzazione del villaggio olimpico: avevano fornito un terreno per lo smaltimento dei rifiuti. Portolesi era già stato condannato in passato per reati di traffico di stupefacenti e associazione mafiosa: questi motivi avevano portato ai suoi arresti domiciliari nel giugno 2022.

Grazie alle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia milanese si è potuto ricostruire lo schema criminoso messo in piedi da Portolesi:

In dettaglio, le attività investigative avevano messo in luce come grazie alla “copertura” fornitagli da alcuni prestanome, l’indagato, già in passato condannato per reati di traffico di stupefacenti e associazione mafiosa, avesse fittiziamente attribuito a terzi la titolarità delle sue aziende. Tutto ciò al fine di eludere l’avvio di un eventuale procedimento per l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniale e per aggirare, in qualità di subappaltatore e subfornitore in appalti pubblici, le disposizioni in materia di certificazioni antimafia.

Il comune di Buccinasco aveva appaltato alle aziende gestite nell’ombra da Portolesi l’esecuzione di opere di riempimento delle buche risultato di una bonifica e la subfornitura per la terra da impiegare per l’opera di riempimento di queste stesse buche. Nel primo caso c’era un bando vinto dalle aziende sequestrate, ora da annullare. All’Ortomercato, invece, queste aziende operavano per lo smaltimento dei rifiuti del posto.