Tutto quello che c’è da sapere sullo sciopero della scuola del 6 ottobre 2023. Sono a rischio le lezioni e i laboratori scolastici di alcuni istituti italiani per il prossimo venerdì. La scuola è iniziata da pochissimo e il personale docente, quello dirigente e quello Ata protestano per chiedere maggiore sicurezza e maggiore tutela sul luogo di lavoro (e non solo). Vediamo allora insieme tutte le informazioni utili su questa giornata di agitazione sindacale.
Sciopero scuola 6 ottobre 2023: dove
Lo sciopero della scuola del 6 ottobre 2023 è stato indetto dai membri del SISA, sigla che indica il Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente. A rendere ufficiale la notizia è stato direttamente il Ministero dell’istruzione e del merito che ha pubblicato una circolare ufficiale lo scorso 29 settembre.
Nel documento in questione si legge che il sindacato ha proclamato uno sciopero per la giornata di venerdì prossimo che si terrà a livello nazionale. I soggetti coinvolti in questa agitazione sindacale sono i membri che appartengono al corpo docente, al corpo dirigente e il personale Ata delle scuole pubbliche italiane.
Lo sciopero è rivolto sia ai lavoratori e alle lavoratrici di ruolo, sia ai lavoratori e alle lavoratrici precari. La movimentazione inoltre non riguarda solamente l’Italia, ma anche l’estero. Non è infatti solamente SISA nel nostro Paese a chiedere maggiori tutele per i professionisti del settore.
Per quanto riguarda però il nostro Stivale, sappiamo che, essendo lo sciopero a livello nazionale, potranno essere colpite tutte quante le scuole pubbliche. Nessuna esclusa. Dunque, da Nord a Sud dell’Italia potrebbero saltare le lezioni negli istituti di vario livello. Si va dalle scuole elementari fino ai licei e alle scuole tecniche e professionali.
Gli orari
Lo sciopero indetto dal Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente e confermato lo scorso 29 settembre da una nota del Ministero dell’istruzione e del merito, riguarda l’intera giornata di venerdì 6 ottobre 2023. Ciò vuol dire che per l’intero giorno potrebbero verificarsi disagi.
I docenti di tutta l’Italia possono aderire a questa agitazione sindacale e dunque non garantire il corretto svolgimento delle lezioni e dei laboratori. Allo stesso modo, come abbiamo visto, lo sciopero riguarda anche il personale dirigente e il personale Ata. A incrociare le braccia potrebbero essere non solo i maestri e i professori in Italia, ma anche i presidi, i dirigenti e gli altri lavoratori del settore.
Questo comporta il fatto che potrebbero non verificarsi le lezioni nella giornata di venerdì, oppure potrebbe saltarne qualcuna. Tutto comunque dipende dall’effettiva adesione del personale scolastico a tale sciopero. Tempestive informazioni in questo senso dovranno arrivare entro la giornata del 6 ottobre 2023.
In ogni caso, come precisa la nota del Ministero dell’istruzione e del merito, il personale scolastico può esercitare liberamente il proprio diritto di sciopero ma sempre in osservanza delle regole e delle procedure fissate dalla legge.
Ciò vuol dire che i servizi pubblici essenziali devono essere comunque sempre garantiti. Ogni scuola interessata dallo sciopero deve adottare le varie soluzioni disponibili per tenere informati gli studenti e le loro famiglie.
Ad esempio le istituzioni sono obbligate a pubblicare sul sito web della scuola l’eventuale adesione allo sciopero. Oppure possono stampare degli avvisi da attaccare nelle bacheche. Insomma, è sempre fondamentale che tutti siano a conoscenza di questa giornata di agitazione sindacale.
Le motivazioni dello sciopero
Quello di venerdì 6 ottobre 2023, in realtà, è il secondo sciopero dell’anno scolastico 2023/2024 proclamato dalle associazioni sindacali per quanto riguarda questo settore. Già lo scorso 25 settembre se ne era verificato un altro, altrettanto importante.
Diverse e di vario tipo sono le motivazioni legate all’agitazione sindacale che si terrà tra qualche giorno. Ad esempio, si richiede l’assunzione di nuovo personale per tutti i posti al momento vacanti e disponibili (sia per i docenti che per il personale Ata, l’aumento degli stipendi legato all’inflazione che si sta manifestando in questi mesi in Italia.
E ancora: lo studio di nuove lingue nelle scuole superiori secondarie, l’immediata creazione del ruolo unico docente con uguale orario e salario dall’infanzia alle scuole secondarie e di secondo grado, un concorso riservato per i DSGA con almeno tre anni di servizio.
Infine gli scioperanti chiedono anche una revisione del sistema di reclutamento dei docenti, nonché l’abolizione dei fatidici 60 CFU.