Il 2023 ha segnato una svolta nell’attenzione del pubblico e delle autorità sul crescente problema degli insetti non autoctoni. La voce di allarme lanciata dalla comunità scientifica sulle minacce ecologiche e agricole presentate da queste creature è stata finalmente ascoltata. Protagonista indiscussa è stata la vespa velutina, calabrone dalle zampe gialle pericoloso, soprattutto per le api, che non disdegna affatto il radicamento nelle città.
Come riconoscere la vespa velutina e le altre specie
La vespa velutina è stata un nome che abbiamo sentito spesso negli ultimi giorni. Nota anche come calabrone dalle zampe gialle o vespa di Cornovaglia, questa specie si è distinta dalle sue cugine asiatiche come la Vespa mandarinia e la Vespa orientalis. Questi insetti, sebbene non siano direttamente aggressivi verso gli esseri umani, possono causare gravi squilibri negli ecosistemi locali e minacciare settori cruciali dell’agricoltura.
L’invasione della vespa velutina ha avuto inizio nel sud della Francia all’inizio del nuovo millennio, estendendosi successivamente a nazioni limitrofe come Spagna, Portogallo e Belgio. L’Italia ha registrato numerosi avvistamenti, ma spesso c’è stata confusione con altre specie.
Questi insetti giganti possono sembrare simili a un occhio inesperto, ma la vespa velutina presenta caratteristiche uniche. È prevalentemente nera con dettagli in giallo-arancio sull’addome e linee gialle sulle zampe. Una vista frontale rivela un volto giallo o arancione, mentre una visuale dall’alto mostra una testa nera. La sua dimensione è notevolmente maggiore rispetto alle api e leggermente più grande rispetto ai comuni calabroni italiani.
Nel 2022, gli avvistamenti frequenti di vespe orientalis hanno aumentato la consapevolezza del pubblico romano. Ma la Vespa velutina ha destato particolare preoccupazione tra gli apicoltori, con una presenza crescente dal confine francese alla Toscana, segnalando una diffusione potenzialmente catastrofica.
Puntura della vespa velutina: conseguenze
Anche se questi insetti possiedono tossine, il rischio letale per la maggior parte delle persone è minimo. Tuttavia, per coloro che presentano allergie, una singola puntura può scatenare reazioni estreme e potenzialmente mortali. La chiave per ridurre il rischio è semplice: evitare di provocare o avvicinarsi a questo tipo di vespa. Inoltre, è fondamentale non cercare di gestire le infestazioni da soli, ma rivolgersi a professionisti del settore.
Perché la vespa velutina rappresenta una minaccia
La presenza di questi insetti non autoctoni in Europa, portati accidentalmente attraverso navi mercantili e container, ha implicazioni serie per l’ambiente e l’economia. Oltre alle minacce immediate alle persone allergiche, ci sono timori legittimi riguardo agli impatti sulla fauna locale e l’industria agricola.
Questa vespa, insetto predatore originario del Sud Est asiatico, ha suscitato crescenti preoccupazioni in Italia a causa del suo appetito vorace per le api, in particolare per Apis mellifera, l’ape europea. Queste api italiane non hanno sviluppato strategie di difesa efficaci contro la nuova minaccia rappresentata dalla vespa velutina, rendendole particolarmente vulnerabili.
La proliferazione
Secondo Flavio Pezzoli, presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (ODAF) della provincia di Roma, la vespa velutina ha fatto la sua comparsa in Italia intorno al 2012. Da allora, la sua presenza è stata segnalata principalmente nelle regioni della Liguria e della Toscana, mettendo in pericolo l’intero settore apicolo italiano e la vitale funzione impollinatrice delle api.
Grazie ai sofisticati sistemi di allerta regionali, l’ODAF monitora costantemente la diffusione di questa specie in tutta la provincia di Roma. Pezzoli ha sottolineato l’importanza di informare le autorità di eventuali avvistamenti di questo insetto, in modo da poter mappare e contenere la sua espansione.
Il cambiamento climatico ha trasformato gli ecosistemi italiani, rendendoli più ospitali per specie precedentemente estranee, proprio come la vespa velutina. Potrebbero essere state proprio queste modifiche ambientali a permettere a quest’insetto di estendere la sua presenza, minacciando ulteriori regioni e potenzialmente spostandosi verso il sud dell’Italia.
La Vespa velutina non si limita alle campagne. Può anche stabilirsi in zone urbane, rappresentando un rischio per la popolazione, specialmente per chi è allergico alle punture d’insetto.
Com’è fatto il nido della vespa velutina
La vespa velutina costruisce nidi imponenti, spesso sospesi dai rami degli alberi o da strutture create dall’uomo. Questi nidi, che possono superare i 10 metri di altezza, hanno una forma rotonda o piriforme con un’entrata laterale. La dimensione dei nidi varia, ma in alcuni casi può raggiungere anche un metro di diametro.