È arrivata la condanna definitiva all’uomo che si è reso colpevole di violenza sessuale verso una bambina di 11 anni, sua vicina di casa, poi rimasta incinta. Il 27enne era in carcere dallo scorso agosto e solo in queste ore è arrivata la conferma della sua paternità tramite il test del DNA con il piccolo, dato alla luce da una bambina undicenne. La condanna definitiva è di 10 anni, una pena superiore rispetto a questo richiesto dal pubblico ministero.

Busto Arsizio, incinta a 11 anni dopo violenza sessuale: i fatti nel dicembre 2021

La violenza subita è stata scoperta quando i genitori, allarmati dai dolori lancinanti lamentati dalla bambina, l’hanno portata al pronto soccorso per accertamenti. In quel frangente si è scoperto quanto era accaduto, in seguito poi confermato anche dalla ragazzina, che ha raccontato tutto. Tempestivo l’intervento degli assistenti sociali: il neonato è affidato ad una famiglia affidataria mentre la bambina ha ripreso solo recentemente i contatti con i genitori, sempre sotto regolamentazione dei servizi sociali. La famiglia, infatti, non è stata giudicata idonea ad accudire un minore.

Busto Arsizio, non un caso isolato

Una storia agghiacciante come questa non rappresenta purtroppo un caso isolato all’interno della cronaca italiana. È solo di qualche mese fa la tremenda vicenda accaduta in un ospedale di Torino, dove il padre della ragazza (incinta) l’avrebbe violentata in reparto. Il 35enne è stato colto in flagrante dalle telecamere presenti nella stanza e ora l’accusa è di abuso sessuale aggravato. Inoltre, sono in corso accertamenti riguardo la paternità del feto che porta in grembo la figlia.

È di pochi giorni fa invece la notizia dell’arresto di un minore a Napoli con l’accusa di violenza sessuale e minacce nei confronti dell’ex fidanzata, anche lei minorenne. Nonostante la rottura della relazione avvenuta a inizio estate, violenze e minacce si sarebbero susseguite durante i mesi di giugno, luglio ed agosto, culminati poi con l’arresto del giovane.