Di fronte alla crescente attività sismica registrata nei Campi Flegrei si è parlato frequentemente dell’urgenza di un piano di evacuazione. A tal proposito, il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha annunciato l’intenzione di introdurre una legge dedicata all’evacuazione di quest’area. L’obiettivo? Mitigare i rischi associati a questa regione vulcanica. Ma cosa prevede il piano di evacuazione ai Campi Flegrei in essere?
Cosa prevede il piano di evacuazione in caso di sisma ed eruzione ai Campi Flegrei
Anche se, al momento, non ci sono segnali che suggeriscano una imminente eruzione nei Campi Flegrei, il supervulcano della zona è ancora attivo. L’intensificarsi delle scosse, con la recente del 26 settembre ad essere tra le più potenti degli ultimi decenni, ha sollevato enorme preoccupazione tra le comunità locali. Questo ha portato a chiedere un’aggiornata strategia di evacuazione per garantire la sicurezza delle persone.
Cosa precede il piano di evacuazione ai Campi Flegrei già esistente
La Protezione Civile ha già elaborato un piano, suddividendo l’area in due zone principali:
- Zona Rossa: considerata ad alto rischio a causa della potenziale presenza di colate piroclastiche. Qui risiedono circa 500.000 abitanti, che abbracciano località come Pozzuoli, Bacoli, ed alcune aree di Napoli come Posillipo e Fuorigrotta.
- Zona Gialla: quest’area, con una popolazione di circa 800.000 persone, potrebbe essere influenzata principalmente dalla caduta di ceneri vulcaniche. Comprende quartieri di Napoli come Villaricca e Mugnano di Napoli.
L’impegno del governo
Alla luce della recente e intensa attività sismica, il Ministro Nello Musumeci ha sottolineato l’importanza di lavorare celermente alla legge, facendo riferimento alla necessità di definire un piano dettagliato e tenere conto delle caratteristiche edilizie dell’area. L’approccio richiederà una stretta collaborazione tra diverse autorità, dalla Regione ai comuni coinvolti.
La sensibilizzazione della popolazione è una componente essenziale. Infatti, la gente deve essere informata sui rischi associati all’area in cui vive e su come reagire in caso di emergenza. Questa iniziativa si unisce ad altre misure atte a rendere omogenei gli interventi di protezione.
L’importanza di un investimento tempestivo nella prevenzione del rischio sismico viene anche sottolineata dalla vicepresidente del Senato, Mariolina Castellone, che richiede una risposta immediata per sostenere i comuni coinvolti.
Cos’è il piano di evacuazione
Il piano di evacuazione rappresenta una misura essenziale e strategica per garantire la sicurezza dei cittadini in situazioni di emergenza. Nato da collaborazioni tra esperti e amministratori locali, il suo scopo è quello di prevedere e organizzare l’evacuazione tempestiva di aree ad alto rischio. La sua natura tridimensionale comprende tre piani distinti:
- Piano di evacuazione: dettaglia le procedure di evacuazione.
- Piano di comunicazione: garantisce una comunicazione chiara e tempestiva tra le autorità e i cittadini.
- Piano di verifica: valuta la vulnerabilità delle strutture esistenti.
Nonostante l’idea di un piano di evacuazione sia consolidata, è fondamentale lavorare a un aggiornamento costante, basato sulle attuali condizioni delle infrastrutture e sul mutare delle necessità della popolazione.
Indicatori e livelli di allerta
Il sistema di monitoraggio, gestito dal Dipartimento della Protezione Civile, è stratificato in quattro livelli di allerta:
- Verde: sicuro.
- Giallo: attenzione.
- Arancione: pre-allarme.
- Rosso: allarme.
Cosa prevede il piano di evacuazione attuale: la procedura
Qualora si raggiunga il livello di “allarme”, si innesca il protocollo di evacuazione. I cittadini possono scegliere tra:
- Trasporto assistito: organizzato dalla Protezione Civile, dove si recano in aree designate e vengono poi trasferiti in luoghi sicuri.
- Evacuazione indipendente: seguendo percorsi e segnaletica predefiniti per garantire un’evacuazione ordinata.
Un elemento cruciale è la tempistica. A seguito dell’annuncio dello stato di allarme, la Protezione Civile stima 72 ore per completare l’intero processo di evacuazione, suddivise tra preparativi, evacuazione effettiva e tempi di sicurezza.
Sebbene sia complesso prevedere l’attività del supervulcano dei Campi Flegrei, studi storici indicano che l’eruzione più probabile potrebbe portare alla formazione di colonne eruttive imponenti e alla caduta di materiale vulcanico. Questi fenomeni potrebbero essere aggravati da esplosioni freatiche, rendendo ancor più essenziale un piano di evacuazione efficace e aggiornato ai tempi attuali.