Se nella prima domenica di ottobre incrociate sulle strade bianche della provincia di Siena migliaia di ciclisti che inforcano biciclette di altri tempi non state sognando ma vivendo un’emozione viva, L’Eroica.
Non è una semplice corsa ciclistica, è un ritorno al passato ricco di valori ancora oggi presenti, se vogliamo riscoprirli. Nacque nel 1997, a Gaiole in Chianti, un piccolo borgo e 92 cacciatori di sentimenti dettero vita alla prima edizione di un vento magico che unisce sport, cultura, paesaggi indimenticabili.
Quell’idea vincente di un perdente di successo
Quei 92 pionieri sono diventati migliaia e oggi L’Eroica è un movimento che migliaia di ciclisti e appassionati in tutto il mondo. Lo slogan dell’evento racchiude il senso della manifestazione: “Guardiamo al passato per ispirare un nuovo futuro del ciclismo e dello sport, riscoprendo la bellezza della fatica e il gusto dell’impresa”. L’Eroe dell’Eroica è Giancarlo Brocci, nato 54 anni fa a Gaiole, medico per caso, comunista e “perdente di successo”, come si definisce nel suo blog.
“Di successo perché alcune mie cose hanno vinto clamorosamente -scrive – , altre vinceranno quando si sincronizzerà il fuso orario. Perché ora sto con una donna splendida da ogni punto di vista ed ho un rapporto bellissimo con mio figlio, che mi ha dato una nipotina meravigliosa, perché ho alcuni amici veri, selezionati dalle vicende. Perdente perché ho perso tutto, sempre, in qualsiasi momento ci sia stato bisogno di confrontarsi con chicchessia, perché ho toccato con mano quanta brutta gente si è schierata con te… Come Wil Coyote e Paperino, come Gatto Silvestro ed Ezechiele Lupo, come l’ultimo Inca, come un gorilla di Virunga o una tigre siberiana, come Bitossi a Gap e Poulidor al Tour: perdenti di successo”. Ma con L’Eroica ha vinto.
Stefano Bisi