Pensioni, nel pagamento di novembre 2023 potrebbe arrivare in anticipo il recupero inflazione 2022 per la quota non ancora versata: ecco di cosa si tratta e qual è l’importo spettante a ciascun pensionato. Il maggior deficit definito dal governo guidato da Giorgia Meloni qualche giorno fa nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef), aprirebbe alcuni spazi nei conti pubblici per pagare in anticipo quanto spettante ai pensionati a titolo di aumento delle pensioni per l’inflazione dello scorso anno. Infatti, la percentuale definitiva dell’aumento dei prezzi del 2022 è stata dell’8,1%, più alta rispetto alla percentuale (provvisoria) sulla quale sono stati fatti i calcoli di quanto aumentare le pensioni nel 2023.

L’Inps paga la differenza tra il dato provvisorio e quello definitivo, di norma, con il cedolino delle pensioni di gennaio dell’anno successivo. In tal caso, si tratta di gennaio 2024. Quindi, la differenza spetterebbe a gennaio prossimo, con i dovuti arretrati. Naturalmente, la quota di differenza entra a far parte in maniera definitiva del cedolino di pensione, dando una piccola parte di aumento strutturale mensile.

Pensioni, nel pagamento di novembre 2023 potrebbe arrivare in anticipo il recupero inflazione 2022: che cos’è e qual è l’importo

Sul pagamento delle pensioni di novembre 2023 potrebbe essere versato l’arretrato degli aumenti degli assegni dovuti all’inflazione registrata nel 2022. Infatti, come certificò l’Istat il 20 novembre di un anno fa, il dato provvisorio dell’inflazione fu del 7,3 per cento. Su questa percentuale l’Inps aveva fatto i calcoli degli aumenti delle pensioni seguendo le norme del sistema di indicizzazione degli importi. In base all’attuale sistema di indicizzazione, l’aumento spetta al 100% alle pensioni minime e a quelle fino a quattro volte il trattamento minimo. Quindi, fino alle pensioni di 2.100 euro del 2022 (oggi divenute 2.250 euro lordi mensili). Per le pensioni di importo più alto, invece, l’adeguamento al 7,3% avviene a un percentuale non del 100%, ma più bassa. La classe di pensioni immediatamente superiore beneficia di aumenti dell’85% sulla percentuale di inflazione, quindi sul 7,3%.

Il dato definitivo dell’inflazione, tuttavia, è stato dell’8,1 per cento. Per questa ragione, la differenza (8,1% meno 7,3%) che fa 0,8 per cento, deve essere recuperata (a seconda della classe di importo), dai pensionati italiani, con i relativi arretrati. Il conguaglio considera tutte le mensilità del 2023.

Pensioni pagamento novembre 2023, di quanto aumentano gli importi?

Per effetto di questa differenza, i percettori di pensione potrebbe ricevere nel cedolino di novembre 2023 il pagamento della differenza di inflazione registrata nel 2022. Si tratta di importi che, comprensivi di arretrati, arrivano a 50 euro per chi percepisce una pensione minima, e di 200 euro circa per le pensioni di quattro volte superiori il trattamento minimo (le ex pensioni di 2.100 euro al lordo).

Al di sopra di questo importo, le pensioni più alte saranno soggette al consueto meccanismo di indicizzazione che arriva a calcolare appena un terzo dell’aumento (il 32 per cento) per le pensioni di importo superiore a 5.254 euro.

Pensione 2024, la differenza diventa strutturale nel cedolino mensile

C’è da osservare che, anche lo scorso anno, il governo di Mario Draghi, tra gli ultimi provvedimenti del suo mandato, decretò il pagamento in anticipo di una parte degli aumenti che sarebbero stati calcolati per via dell’inflazione sulle pensioni del 2023. Per effetto di questo anticipo, molti pensionati ricevettero a novembre di un anno fa, l’anticipo del 2% sulla percentuale che poi divenne strutturale (prima del 7,3%, poi dell’8,1%) di aumento dei prezzi relativo all’anno 2022.

Sulle pensioni di gennaio 2023 di chi avesse percepito l’anticipo, l’Inps ha sottratto il 2% già versato a fine anno 2022. La differenza che l’Istituto di previdenza verserà probabilmente a novembre (pari allo 0,8 per cento) diventerà strutturale nel cedolino dei pensionati: dopo il pagamento degli arretrati, quindi, diventerà parte dell’importo mensile.